domenica 1 novembre 2015

Fiabe all'indice. Oggi non è il giorno della sintesi, ma dell'approfondimento: una lettera di Daniela Morozzi

di Simonetta Ottone • A Massa Carrara una bambina ritirata da scuola, a causa della lettura di alcune fiabe presentate nell'ambito del Laboratorio Rosaceleste del Progetto formativo Liber* tutt*, condotto da Irene Biemmi (autrice delle fiabe incriminate) insieme a Daniela Morozzi (attrice). 
[Una storia che, tragi(comi)camente, fa venire in mente altri tentativi di messa all'indice: vi ricordate quando un consigliere leghista chiese di proibire a scuola - come moralmente pericoloso, addirittura il diario di Anna Frank??].
Tornando alle fiabe di Massa Carrara, ecco ciò che scrive in merito la Morozzi:
I corsi di Formazione della prof.ssa Irene Biemmi, il nostro laboratorio ‘Rosaceleste” di cui io curo la parte squisitamente teatrale, e l’utilizzo anche degli albi illustrati editi dalla casa editrice Giralangolo - Sottosopra l’oggetto della polemica di Massa Carrara!!!!
Ieri è stata una lunga giornata. Svegliarsi con la notizia apparsa su tutti i quotidiani del ritiro di una bambina, da parte della famiglia, dalla Scuola di Massa Carrara a seguito del Corso diFormazione Liber*tutt* finanziato dalla Regione e coordinato mirabilmente da Provincia e da Fondazione Toscana Spettacolo, mi ha davvero toccato. 
Una lunga giornata anche perché questa volta io sono parte attiva. E il telefono ha squillato tutto il giorno, per capire, pensare e rispondere con l’attenzione che la questione merita. Sono due anni che partecipo al Progetto Liber*tutt* affiancando, per la parte teatrale, la ricerca Prof.ssa Irene Biemmi tratta in particolare dal suo libro, ormai alla terza edizione, Educazione sessista.Stereotipi di genere nei libri delle elementari (Ed. Rosenberg e Sellier). Noi in realtà siamo solo uno dei corsi proposti a oltre 35 scuole di ogni ordine e grado dal progetto. Tante le competenze professionali in campo, tutte di altissimo livello e seguite dalla Provincia di Massa e da Fondazione, con una cura rara, conferma di quanto le cosiddette “buone pratiche“, esistano e pulsino vive intorno a noi. Farne parte, per me, un onore. Scopro comunque dai quotidiani che il fatto incriminato è proprio nei corsi di formazione di Irene e Rosaceleste, il nostro laboratorio rivolto ai bambini della scuola di primo e secondo grado. 
Il progetto, a cui lavoriamo da ormai tre anni, è approdato ad una Conferenza-spettacolo prodotta e curata da Occupazioni Farsesche, con cui giriamo l’Italia, realizzata con collaborazioni eccellenti. Tutto nasce con lo scopo di unire l’intervento artistico e scientifico per evitare che i bambini crescano con l’idea di “essere” bruti e irosi e le bambine di “essere” angosciate e mortificate e vuole denunciare le discriminazioni che si continuano a perpetuare, proprio partendo dall’ambito educativo, primo luogo di nascita e conservazione dello stereotipo di genere. 
E’ un’ esperienza straordinaria, illuminante, emozionante. Per noi e, sono certa, anche per i bambini e le bambine che hanno partecipato. Durante il nostro corso-laboratorio, tra le tante attività proposte alle classi, c’é anche la lettura integrale e una discussione libera appassionata, degli albi illustrati pubblicati dalla Casa Editrice Giralangolo, la cui collana sottosopra è curata proprio da Irene Biemmi, due testi su tutti: ‘La Principessa e il Drago’ e ‘Una bambola per Alberto’, di cui inserisco solo il bellissimo e inequivocabile finale. Alla domanda del babbo “Ma Alberto che bisogno ha di avere una bambola?” la nonna risponde: “Ne ha bisogno eccome, per poterla cullare, abbracciare e accompagnarla al parco. Così quando sarà un papà come te, saprà come prendersi cura del suo bambino, dargli da mangiare, volergli tanto bene e regalargli le cose che davvero desidera, come una bambola per esempio, per allenarsi diventare un buon papà.” (Sulla pagina Facebook di Giralangolo trovate i due testi integrali da leggere). 
Noi crediamo che né la famiglia, né il Vescovo, né l’Associazione pro-Vita, né le forze politiche di destra che hanno subito appoggiato ed esasperato la polemica abbiano letto i testi, né che abbiano visto i numerosi video fatti durante il lavoro, né che abbiano letto scopi e obiettivi del Progetto. Si è scambiata volutamente l’educazione sessuale con l’educazione di genere, una precisa distorsione della realtà per bloccare, ancora e di nuovo, ogni tentativo di parlare in modo corretto e approfondito della questione. Questo progetto nasce e si basa su presupposti pedagogici che hanno a che fare con l’uguaglianza e la non discriminazione, dice Irene Biemmi oggi su Il fatto Quotidiano: "l’educazione sessuale e l’educazione di genere sono due cose diverse. Sono state messe insieme volutamente per creare paura. Insinuare il timore che al proprio figlio a scuola si facciano leggere delle favole che spingono i maschi a diventare omosessuali è un metodo di propaganda”. Questo è il punto!!! 
Crediamo che sia arrivato il momento di fare chiarezza e di dire la nostra continuando a lavorare con serietà, senza ideologie, consapevoli che qui si gioca molto del futuro dei nostri bambini e delle nostre bambine, futuri uomini e donne di questo Paese. E non ci fermeremo. Comunque se ieri è stata una lunga giornata, oggi è una bella mattinata. 
Mi sveglia la lettura del Presidente della Regione Enrico Rossi che su un video di Repubblica legge integralmente la storia de “La Principessa e il Drago” per offrire a tutti la possibilità di giudicare e scegliere. La buona politica è sempre l’unica possibilità per coltivare il futuro. 
E allora, oggi, è davvero un buongiorno!
Daniela Morozzi, 30 ottobre 2015

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