di Simonetta Ottone • A Massa Carrara una bambina ritirata da scuola, a causa della lettura di alcune fiabe presentate nell'ambito del
Laboratorio Rosaceleste del Progetto formativo Liber* tutt*, condotto da
Irene Biemmi (autrice delle fiabe incriminate) insieme a Daniela Morozzi (attrice).
[Una storia che, tragi(comi)camente, fa venire in mente altri tentativi di messa all'indice: vi ricordate quando un consigliere leghista chiese di proibire a scuola - come moralmente pericoloso, addirittura il diario di Anna Frank??].
Tornando alle fiabe di Massa Carrara, ecco ciò che scrive in merito la Morozzi:
Tornando alle fiabe di Massa Carrara, ecco ciò che scrive in merito la Morozzi:
I corsi di Formazione della prof.ssa Irene
Biemmi, il nostro laboratorio ‘Rosaceleste” di cui io curo la parte
squisitamente teatrale, e l’utilizzo anche degli albi illustrati editi dalla
casa editrice Giralangolo - Sottosopra l’oggetto della polemica di Massa
Carrara!!!!
Ieri è stata una lunga giornata. Svegliarsi
con la notizia apparsa su tutti i quotidiani del ritiro di una bambina, da
parte della famiglia, dalla Scuola di Massa Carrara a seguito del Corso diFormazione Liber*tutt* finanziato dalla Regione e coordinato mirabilmente da
Provincia e da Fondazione Toscana Spettacolo, mi ha davvero toccato.
Una lunga
giornata anche perché questa volta io sono parte attiva. E il telefono ha
squillato tutto il giorno, per capire, pensare e rispondere con l’attenzione
che la questione merita. Sono due anni che partecipo al Progetto Liber*tutt*
affiancando, per la parte teatrale, la ricerca Prof.ssa Irene Biemmi tratta in
particolare dal suo libro, ormai alla terza edizione, Educazione sessista.Stereotipi di genere nei libri delle elementari (Ed. Rosenberg e Sellier). Noi
in realtà siamo solo uno dei corsi proposti a oltre 35 scuole di ogni ordine e
grado dal progetto. Tante le competenze professionali in campo, tutte di
altissimo livello e seguite dalla Provincia di Massa e da Fondazione, con una
cura rara, conferma di quanto le cosiddette “buone pratiche“, esistano e
pulsino vive intorno a noi. Farne parte, per me, un onore. Scopro comunque dai
quotidiani che il fatto incriminato è proprio nei corsi di formazione di
Irene e Rosaceleste, il nostro laboratorio rivolto ai bambini della scuola di
primo e secondo grado.
Il progetto, a cui lavoriamo da ormai tre anni, è
approdato ad una Conferenza-spettacolo prodotta e curata da Occupazioni
Farsesche, con cui giriamo l’Italia, realizzata con collaborazioni eccellenti.
Tutto nasce con lo scopo di unire l’intervento artistico e scientifico per
evitare che i bambini crescano con l’idea di “essere” bruti e irosi e le
bambine di “essere” angosciate e mortificate e vuole denunciare le
discriminazioni che si continuano a perpetuare, proprio partendo dall’ambito
educativo, primo luogo di nascita e conservazione dello stereotipo di genere.
E’ un’ esperienza straordinaria, illuminante, emozionante. Per noi e, sono
certa, anche per i bambini e le bambine che hanno partecipato. Durante il
nostro corso-laboratorio, tra le tante attività proposte alle classi, c’é anche
la lettura integrale e una discussione libera appassionata, degli albi
illustrati pubblicati dalla Casa Editrice Giralangolo, la cui collana
sottosopra è curata proprio da Irene Biemmi, due testi su tutti: ‘La
Principessa e il Drago’ e ‘Una bambola per Alberto’, di cui inserisco solo il
bellissimo e inequivocabile finale. Alla domanda del babbo “Ma Alberto che bisogno
ha di avere una bambola?” la nonna risponde: “Ne ha bisogno eccome, per
poterla cullare, abbracciare e accompagnarla al parco. Così quando sarà un papà
come te, saprà come prendersi cura del suo bambino, dargli da mangiare,
volergli tanto bene e regalargli le cose che davvero desidera, come una bambola
per esempio, per allenarsi diventare un buon papà.” (Sulla pagina Facebook di
Giralangolo trovate i due testi integrali da leggere).
Noi crediamo che né la
famiglia, né il Vescovo, né l’Associazione pro-Vita, né le forze politiche di
destra che hanno subito appoggiato ed esasperato la polemica abbiano letto i
testi, né che abbiano visto i numerosi video fatti durante il lavoro, né che
abbiano letto scopi e obiettivi del Progetto. Si è scambiata volutamente
l’educazione sessuale con l’educazione di genere, una precisa distorsione della
realtà per bloccare, ancora e di nuovo, ogni tentativo di parlare in modo
corretto e approfondito della questione. Questo progetto nasce e si basa su
presupposti pedagogici che hanno a che fare con l’uguaglianza e la non
discriminazione, dice Irene Biemmi oggi su Il fatto Quotidiano: "l’educazione
sessuale e l’educazione di genere sono due cose diverse. Sono state messe
insieme volutamente per creare paura. Insinuare il timore che al proprio figlio
a scuola si facciano leggere delle favole che spingono i maschi a diventare
omosessuali è un metodo di propaganda”. Questo è il punto!!!
Crediamo che sia
arrivato il momento di fare chiarezza e di dire la nostra continuando a
lavorare con serietà, senza ideologie, consapevoli che qui si gioca molto del
futuro dei nostri bambini e delle nostre bambine, futuri uomini e donne di
questo Paese. E non ci fermeremo. Comunque se ieri è stata una lunga giornata,
oggi è una bella mattinata.
Mi sveglia la lettura del Presidente della Regione
Enrico Rossi che su un video di Repubblica legge
integralmente la storia de “La Principessa e il Drago” per offrire a tutti la
possibilità di giudicare e scegliere. La buona politica è sempre l’unica
possibilità per coltivare il futuro.
E allora, oggi, è davvero un buongiorno!
Daniela Morozzi, 30 ottobre 2015
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