Se vi si riconoscete in ciò che chiediamo, firmate la petizione che trovate a questo LINK: facciamo un'unica sponda, perché finisca il tempo della mattanza.
Questo il testo della petizione:
Gentili Ministri,
lo scorso 2 luglio è partito il progetto della Polizia di Stato contro la violenza sulle donne “…Questo non è amore”.
Gentili Ministri,
lo scorso 2 luglio è partito il progetto della Polizia di Stato contro la violenza sulle donne “…Questo non è amore”.
Ci uniamo alle numerose associazioni (e operatrici) del settore e tutte le attiviste che si sono espresse in modo critico su tale iniziativa. Questa
misura non appare in linea con quanto prescrive la Convenzione di Istanbul
in materia di contrasto e prevenzione della violenza contro le donne basata sul
genere.
Pertanto, sulla base del testo sottoscritto anche dall'Italia, ribadiamo che occorre varare misure "basate sulla comprensione della violenza di genere contro le donne e della violenza domestica e si concentrino sui diritti umani e sulla sicurezza della vittima".
Pertanto, sulla base del testo sottoscritto anche dall'Italia, ribadiamo che occorre varare misure "basate sulla comprensione della violenza di genere contro le donne e della violenza domestica e si concentrino sui diritti umani e sulla sicurezza della vittima".
Questa comprensione piena del fenomeno induce ad
avere alcune perplessità su come un camper della Polizia collocato in una
piazza cittadina, possa essere un luogo idoneo per accogliere le donne e per
garantire la loro sicurezza.
Se manca o è carente il sistema di protezione della
vittima che denuncia, continueremo ad avere i risultati tragici che oggi
possiamo osservare: sette su dieci delle donne morte di femminicidio avevano
denunciato in maniera preventiva gli abusi subiti.
Chiediamo pertanto che i fondi vengano destinati a:
• lavorare in chiave di prevenzione e di educazione,
per un cambiamento della cultura che alimenta la violenza (educazione di
genere e al rispetto delle differenze, educazione alle relazioni nell’offerta
formativa delle scuole di ogni ordine e grado, trasversale nei percorsi
scolastici e nei programmi di tutte le discipline);
• accelerare il percorso del Miur che dovrà varare le linee guida per
l’educazione alla parità di genere (per l’attuazione del comma 16 della
legge 107/2015 "Buona Scuola");
• investire nel sistema di protezione delle vittime;
• sostenere e diffondere soluzioni e servizi che assicurino alle donne un aiuto gratuito, professionale e costante, in modo tale da evitare che una loro interruzione metta a rischio l'incolumità delle stesse;
• investire nel sistema di protezione delle vittime;
• sostenere e diffondere soluzioni e servizi che assicurino alle donne un aiuto gratuito, professionale e costante, in modo tale da evitare che una loro interruzione metta a rischio l'incolumità delle stesse;
• verificare la natura dei centri
antiviolenza, che devono rispettare determinate caratteristiche di laicità
e di matrice culturale, che sia in linea con il movimento delle donne;
• monitorare i fondi destinati ai centri antiviolenza e alle case rifugio
(se arrivano e come vengono utilizzati); Action Aid con la
campagna #donnechecontano sta cercando di mappare la situazione in
merito ai fondi, sulla base degli open data disponibili;
• incrementare i fondi e prevedere archi
temporali più ampi per i bandi, superiori all'anno, per garantire maggiore
continuità al servizio;
• stilare delle linee di indirizzo affinché le Regioni implementino delle
leggi regionali per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere,
da concertare con tutti gli attori interessati e per avere un risultato
omogeneo sul territorio nazionale;
• creare un osservatorio nazionale sulla violenza di genere e sui Centri Antiviolenza, indipendente e aperto a varie figure, non esclusivamente professionali, che comprenda il mondo dell'attivismo femminile e femminista, per assicurare qualità del servizio e delle operatrici;
• incrementare il numero dei centri antiviolenza, le case rifugio e di accoglienza;
• formare adeguatamente tutte le figure professionali coinvolte, medici del PS e di base, assistenti sociali, psicologi, dirigenti comunali, regionali, nei tribunali, personale Polizia, Prefettura ecc.;
• fare informazione su tutte le forme di violenza, che non ha confini culturali, sociali, etnici, di censo. La violenza è sempre inaccettabile, intollerabile. Non esistono donne di serie A e di serie B. Per questo occorre contrastare ogni forma di neo-schiavitù e di sfruttamento della prostituzione;
• varare una seria legislazione di contrasto all'omotransfobia;
• migliorare la qualità del linguaggio e dei messaggi veicolati attraverso i mass media, contrastando in ogni modo forme esplicite o implicite di sessismo;
• supportare e proteggere i bambini vittime di violenza assistita;
• proteggere concretamente i figli di donne vittime di abusi e violenze familiari, perché non accadano ulteriori episodi di figlicidi;
• istituzione della Giornata Nazionale contro il figlicidio ogni 25 Febbraio;
• debellare l'uso strumentale di Ctu nei tribunali ai danni delle donne che denunciano violenze da parte del coniuge. Queste donne che decidono di separarsi e chiedono l'affido dei figli, rischiano di essere rivittimizzate, perché troppo spesso nei tribunali si ricorre all'uso della Pas o Ap, che non hanno alcun fondamento scientifico. Chiediamo che certi metodi vengano messi al bando;
• assicurare la certezza del Diritto, che passa per una giustizia celere e condanne efficaci;
• creare un osservatorio nazionale sulla violenza di genere e sui Centri Antiviolenza, indipendente e aperto a varie figure, non esclusivamente professionali, che comprenda il mondo dell'attivismo femminile e femminista, per assicurare qualità del servizio e delle operatrici;
• incrementare il numero dei centri antiviolenza, le case rifugio e di accoglienza;
• formare adeguatamente tutte le figure professionali coinvolte, medici del PS e di base, assistenti sociali, psicologi, dirigenti comunali, regionali, nei tribunali, personale Polizia, Prefettura ecc.;
• fare informazione su tutte le forme di violenza, che non ha confini culturali, sociali, etnici, di censo. La violenza è sempre inaccettabile, intollerabile. Non esistono donne di serie A e di serie B. Per questo occorre contrastare ogni forma di neo-schiavitù e di sfruttamento della prostituzione;
• varare una seria legislazione di contrasto all'omotransfobia;
• migliorare la qualità del linguaggio e dei messaggi veicolati attraverso i mass media, contrastando in ogni modo forme esplicite o implicite di sessismo;
• supportare e proteggere i bambini vittime di violenza assistita;
• proteggere concretamente i figli di donne vittime di abusi e violenze familiari, perché non accadano ulteriori episodi di figlicidi;
• istituzione della Giornata Nazionale contro il figlicidio ogni 25 Febbraio;
• debellare l'uso strumentale di Ctu nei tribunali ai danni delle donne che denunciano violenze da parte del coniuge. Queste donne che decidono di separarsi e chiedono l'affido dei figli, rischiano di essere rivittimizzate, perché troppo spesso nei tribunali si ricorre all'uso della Pas o Ap, che non hanno alcun fondamento scientifico. Chiediamo che certi metodi vengano messi al bando;
• assicurare la certezza del Diritto, che passa per una giustizia celere e condanne efficaci;
• chiediamo l'effettiva applicazione in tutti i
tribunali d'Italia della norma che prevede l'ammissione al gratuito
patrocinio a spese dello Stato, indipendentemente dal reddito, alle donne
vittime di violenza di genere, come previsto dalla legge n. 119/13;
Le donne italiane da settembre riprenderanno a
manifestare per esigere che si varino e si attuino politiche capaci di andare incontro alle reali istanze ed esigenze delle donne. Chiediamo che siano
garantiti fondi adeguati affinché sia possibile sostenere in modo
continuativo l'accoglienza alle donne bisognose di ascolto, le azioni di prevenzione e di contrasto alla violenza.
Per info e adesioni: chicolpisce1donnacolpiscetutte@gmail.