lunedì 3 luglio 2017

Le Ragazze del COLAP: intervista a Emiliana Alessandrucci

di Simonetta Ottone • “La mia missione è mettere a disposizione degli altri competenze, capacità, un cervello, due orecchie”. Si apre così la pagina Facebook di Emiliana Alessandrucci, riconfermata recentemente nel mandato di Presidente del COLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali).
E’ una ragazza grintosa, Emiliana; parla in modo veloce, è capace di spiegare chiaramente passaggi tortuosi sulla gestione del Lavoro Autonomo; è instancabile, energica e a volte simpaticamente “spiccia”, come sa fare chi ha il suo accento, bonario e pungente.
Donna, in un mondo difficile, quello delle Professioni non ordinistiche, dove la politica la devi gestire fin dal primo mattino, per difenderti.

Donna a  capo dell’esercito di Partite Iva in Italia, circa 3,5 milioni di lavoratori, 4% del PIL nazionale, pari all 14% di occupati, soprattutto donne e giovani.
Non si tira indietro Emiliana, e quando c’è da “dare una sveglia” alla solita politica pensata per un mondo di posizioni di rendita e privilegi, vecchio e fallimentare, lei parla, veloce e chiara, non scende a patti e esce come una voce libera e vera, anche all’interno del più duro confronto politico e televisivo.
La incontro a Roma, e le faccio qualche domanda:
-          Quali sono i temi importanti da affrontare nei prossimi anni?
-          Il programma di questi prossimi quattro anni lo costruiremo insieme alla nuova squadra del direttivo e a tutti i nostri Professionisti, ma lo faremo con la certezza che non si possono arrestare i cambiamenti evolutivi dell’economia, del lavoro, delle professioni, proveremo a dominarli.
-          I nostri Professionisti sono da sempre favorevoli ad un mercato che innova, che compete, che abbandona modelli superati ed è alla ricerca costante di nuovi obiettivi. La parola d’ordine dei prossimi mesi (forse durerà anni) sarà SPRINT, Stabilità, Professionalità, Riconoscibilità, INnovazione, Tenacia.
Stabilità:. Dobbiamo tornare alla stabilità affinché migliorino le condizioni di vita delle persone e si torni a sperare e a realizzare i propri progetti professionali
Professionalità:  E’ il momento di superare “il lavoro de-meritato” per arrivare a quello professionale fondato su capacità e conoscenze.
Riconoscibilità: il professionista che investe sulle proprie competenze deve essere riconoscibile ed il suo percorso formativo, le sue esperienze professionali e le competenze sviluppate e messe in campo devono essere identificabili..
INovazione : le classi dirigenti delle associazioni professionali e delle forme aggregative, come il CoLAP, devono essere in grado di promuovere innovazione attraverso lo sviluppo di competenze, idee, progetti nuovi.  Ma l’innovazione deve anche essere lo spirito con il quale si muovono le iniziative politiche, quando si parla di professioni si deve pensare “nuovo” abbandonando la cattiva abitudine di riciclare modelli vecchi e fallimentari (che già non funzinano per i mondi per i quali sono stati inventati).
Tenacia: per navigar in questi mari ce ne vuole molta e noi ne abbiamo in abbondanza, è stata la compagna più fedele e più utile anche in mezzo alle tempeste più minacciose.

-          Riguardo al Lavoro Autonomo, che attenzione riceve da parte del legislatore e della politica attuale?
Il CoLAP si è sempre mosso per l’esclusivo bene dei propri associati e dei loro clienti, abbiamo certo firmato compromessi, come il testo di legge sul lavoro autonomo dello scorso maggio, ma sempre coerenti con i nostri obiettivi, e soprattutto con i nostri Valori, non abbiamo svenduto sedie, né moltiplicato finti incarichi, abbiamo allargato la partecipazione a chi era spinto dai nostri stessi ideali e dalle nostre stesse volontà. Questo ci ha permesso di divenire un interlocutore serio e affidabile, non certo docile, ma fedele ai propri soci e alla nostra missione. Oggi il CoLAP è autorevole, forte e organizzato siamo pronti quindi ad affrontare il futuro e le sfide che esso ci proporrà.

-          Nell’atmosfera riformistica che anima parte dei parlamentari, che rapporto va delineandosi tra il mondo rappresentato dal “pubblico” e statale, e quello privato rappresentato dalla libera iniziativa personale e lavorativa dei cittadini?
-          Tra gli obiettivi strategici di questo mio mandato abbiamo l’affrancamento dall’esclusività di rappresentanza del lavoratore autonomo, i nostri professionisti sono sì autonomi, ma anche dipendenti, soci di cooperativa, piccoli imprenditori, collaboratori etc. Dobbiamo pertanto rafforzare tutte le aree della nostra rappresentanza, su questo lavoreremo da subito per recuperare eventuale tempo e terreno perso.

-          Nel Suo discorso di insediamento, parla della bella storia di Pirandello “Ciaula scopre la luna”. Che cultura dell’innovazione si intende, quando il lavoro umano al di fuori di rapporti contrattuali tradizionali, viene a perdere la valenza di dignità e diritto, sancito dalla nostra Costituzione stessa? In questo senso, qual è la missione più forte del Colap in questo momento?
-          In questi anni abbiamo vissuto un’Italia che cambia, una politica che muta, un’innovazione silente nella partecipazione che è poi esplosa, un mercato del lavoro che ha in parte ucciso il lavoro e in parte ne ha inventato di nuovo, e tutto questo è stato condito da una forte incertezza e dalla paura. La paura di trovarci a fare i conti con il cambiamento, che ci chiede necessariamente di lasciare qualcosa di noto per qualcosa di più grande ma ignoto. Ciaula scopre la luna “di Pirandello”, guarda bene dentro quella miniera buia, fredda, ostile, ma che amava più del mondo fuori, perché solo lì si sentiva sicuro. Poi Ciaula un po’ spinto dagli eventi e un po’ spinto dalla fatica esce fuori e scopre la luna, un mondo nuovo da cui si sente affascinato da subito; ci sono voluti anni e molto coraggio, ma Ciaula è riuscito a liberarsi del peso della sua paura per scoprire la bellezza dell’ignoto e la luce che il cambiamento porta con sé. Noi professionisti del CoLAP, aiuteremo Ciaula ad abbandonare modelli consolidati e superati per navigare verso nuove opportunità, nuovi riferimenti che in maniera più consona rispondono alle esigenze del momento; questo chiediamo alla politica, alle istituzioni, ma anche ai sindacati:”usciamo da modelli arcaici e pensiamo a tutele e competitività facendo riferimento a questo nuovo mercato del lavoro”.

-          Riguardo alle donne, che rappresentano una grande parte dei professionisti rappresentati dal Colap, cosa c’è in progetto di fare per sostenerle in un mercato del lavoro italiano così penalizzante per loro?
-          Abbiamo lottato e ottenuto anche nel testo sul jobs Act del lavoro autonomo, appena licenziato, alcune tutele specifiche per le donne, come lindennità senza astensione, introduzione dell’indennità per congedo parentale di sei mesi da usufruire entro i primi tre anni di vita del bambino, con possibilità di usufruire di una sostituzione temporanea da parte di un collega di fiducia che abbia le stesse competenze. Bene la parte sulle nuove tutele per la maternità, poco convincente il congedo parentale, per le lavoratrici autonome è impensabile stare a casa per un lungo periodo così come avviene per le lavoratrici dipendenti: il cliente non ci aspetta. Ma crediamo fortemente che le donne che scelgono di lavorare autonomamente, debbano essere ancor di più messe in condizione di poter lavorare, per non dover mai scegliere tra lavoro e famiglia, quindi lottiamo per il concetto di genitorialità che si deve sostituire a quello di maternità, poiché sulle donne ancora troppo spesso grava il peso della cura familiare (figli, genitori…). Le Istituzioni devono aiutare queste professioniste, non importando modelli peraltro poco efficaci del lavoro dipendente, ma cercando di “calare” riforme e tutele specifiche per chi deve e vuole continuare a lavorare, anche dopo aver avuto un figlio. Bisogna avere il tempo di prendersi cura dell’altro, ma anche il tempo di “curare” i propri interessi e clienti, che non aspettano purtroppo le pause lavorative, seppur legittime.

-          Spesso parla della Sua squadra di lavoro fortemente al femminile, come “le ragazze del Colap”. Riguardo alla capacità di “mettersi al servizio”, in cosa differiscono le donne?
-          Lo scorso anno, la squadra femminile del CoLAP, è stata premiata al Campidoglio, con il premio “Family Friendly”, con la seguente motivazione: “Premiamo l’aver costruito un’organizzazione family friendly, che ha fornito un’opportunità a chi dopo la nascita dei figli avuta aveva dovuto rinunciare al lavoro. La scelta del part time con differente carico a seconda dei ruoli; l’organizzazione del lavoro che consente di operare alcune funzioni non necessariamente in sede; l’aver attrezzato uno spazio per ospitare i figli in caso di necessità, sono state scelte oculate che pur non implicando un particolare investimento economico hanno una grande rilevanza per consentire una concreta armonizzazione tra lavoro e vita familiare”. Il CoLAP anche se tutti lo chiamano la CoLAP, proprio perché risalta la nostra totale componente femminile, è una piccola organizzazione con una forma associativa, composta da 5 donne, tutte part-time e tutte con esigenze di cura (diverse) presenti e a volte pressanti nella nostra vita”. Organizziamo e proponiamo incontri, in orari conciliativi e quelle volte che organizziamo in sede eventi pomeridiani o serali ritagliamo uno spazio strutturato per bambini, questo permette a tutti di partecipare serenamente. Ciò è stato reso possibile perché io ci credo ma anche perché nel mio direttivo metà dei consiglieri sono donne; l’auspicio è che un giorno questo tema sia ugualmente sentito da un consesso di soli uomini”.
Penso che una delle capacità predominanti delle donne, sul lavoro, sia quella di essere affidabile e flessibile, giocando su più ruoli diversi, senza per questo venir meno alle proprie responsabilità.