di Simonetta
Ottone • Mai nome fu più
azzeccato per descrivere questo luogo che ha dato vita a “Salute, Medicina,
Benessere, Cura tra autodeterminazione, diritti e doveri”, Seminario svoltosi a
Altradimora, Caranzano, dal 22 al 24 Giugno.
Monica Lanfranco,
Creatrice e Custode di questa dimora davvero altra, dopo averci accolto con una
cena a base di verdure e dolcezza, è
arrivata dritta al punto: Il corpo indocile, omaggio video a questi 10 anni al
servizio delle donne, per e con le donne. E qualche uomo, deliziato e coccolato,
circondato da un crogiuolo di talenti e personalità femminili che danno vita a
pensieri, azioni, emozioni, programmi così originali e coraggiosi, che diventa impossibile capire perché la
dirigenza del paese Italia si ostini ancora a fare a meno della presenza
pubblica di queste intelligenze calde e competenti. Le immagini della morte di Welby si incrociano
con quelle sulla nascita dolce di alcuni bambini in acqua, di intere famiglie
in piscina accanto alla madre, di fratellini che prendono appena uscite dal
ventre le sorelline e le portano in superficie; vita e morte, nascere, morire e
forse rinascere ancora attraverso la dignità: siamo tutte lì, in silenzio,
inondate dall’emozione, a sentirci
finalmente nel posto giusto, alleviando quel senso di perdita e di isolamento
che, altrove, questi 10 anni hanno portato con sé.
Anni in cui,
tra le altre cose non proprio banali, non c’è più neanche la certezza sul senso
proprietario del proprio corpo, delegato per cause di forza sempre maggiori di
noi stesse, il medico, la famiglia, la performance, le relazioni.
Monica continua
la sua presentazione: “il corpo pensante oggi è a rischio, non è chiaro come
lascìto generazionale. Il conflitto che io porto chiaramente permette di
costruire una visione, migliore della mia e della tua. Il concetto di Libertà
non esiste se non insieme a quello di Responsabilità, lo scorporo di queste due
cose così intimamente collegate, leva quel polmone politico tanto necessario.
Oggi la tecnologia potenzia l’individualità al di fuori della massa: non ci
sono più popoli, branchi, c’è solo uno sciame virtuale, nuova forma di umanità –
disumana cui stiamo andando incontro”.
Erminia Emprim,
ex deputata, parla del rapporto tra donne, medicina e salute mentale,
sottolineando che la presenza maschile, tuttora, nella dirigenza sanitaria,
ostacola il tentativo delle donne di modificare le istituzioni esistenti,
contribuendo a rinnovarle di senso. Ma la soggettività critica delle donne
disturba, minaccia l’onnipotenza delle istituzioni concepite dal patriarcato e
ne decreta la loro incolmabile lontananza dalla vita delle persone e dal loro
bisogno di sentirsi accolte.
Riposizionarci
dentro le istituzioni già in essere è quanto mai urgente oggi; riflettere sul
rapporto donna e legge, riattualizzare quel dibattito tra il Corpo e la Legge.
Monica riporta
l’intento di questo nostro incontro: riportare il Corpo nella Politica.
Laura Cima (ex
deputata e Presidente Gruppo Parlamentare Verde) tira le somme e afferma che l’ecofemminismo
ha vinto, perché mette al centro gli ecosistemi, la sostenibilità, il
collettivo, la dignità.
Dice anche che
le ultime generazioni, che sembrano indifferenti a un impegno civico e
collettivo, sono uscite da donne (le madri) e sono state messe nelle mani di
altre donne (le insegnanti) e che qualcosa di importante non ha funzionato, siamo
state sconfitte in questo.
Di quale
politica c’è bisogno? Rossana Becarelli, antropologa e dirigente sanitaria, ci
pone questa domanda e ci porta nell’archetipo della donna esistente, nell’archeoantropologia
che afferma il corpo della donna come mitico, che dispensa nella sua potenza
nascita e morte, che ha nelle sue mani tutti i miti di fecondazione, la
ciclicità della vita e della morte; e il piacere sessuale: luogo di
esplorazione tra l’infinitamente basso e l’infinitamente alto. E parla di
società matriarcali che non hanno lo stesso potere distruttivo del patriarcato:
il valore generativo delle donne viene ad essere soggiogato dal potere maschile
che mira al controllo del piacere sessuale, e lo porta all’atto violento per
de-radicare un intero genere e i suoi antichi poteri tradizionali (farmacopea).
Nella medicina moderna siamo tornati a collegare la cura con l’Arte, l’unica
che distoglie dal funzionalismo che caratterizza la medicina, che risponde a
livello intracellulare biologico di esseri viventi, che tutti rispondono allo
stimolo ritmico – armonico.
Grazia
Francescato (ex deputata, Presidente WWF Italia, leader dei Verdi) dichiara che
il corpo che le sta più a cuore è quello di madre terra. Auspica una sapienza
profonda degli archetipi, che possono aiutarci a rispondere ai segni malati del
potere, con il potere dei segni.
Non stiamo
vivendo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca. Svariati i fattori
da tenere presenti, primo tra tutti la complessità.
L’ecologia
insegna che ogni cosa è collegata all’altra; la velocità, mai conosciuta prima
ai livelli attuali, fa diventare tutto vecchio subito, si dimentica, è arduo
costruire un progetto politico, investire su polis. Va curata una visione del
mondo: laddove non c’è più corpo intermedio (sindacati, partiti…), si assiste
alla fine della leadership ufficiale, perché nessuno sa più “guidare verso”.
Un’epoca che
finisce richiede di trovare nuovi strumenti, per contenere l’involuzione (come
il ritorno in politica e non solo del maschio alfa). I problemi sono diventati
ingovernabili e sconosciuti, e la fine della leadership fa sì che siamo
chiamati noi a diventare leader, facendo opposizione all’ipersemplificazione e
alla rimozione tanto adottate da una classe dirigente vecchia.
Nella
conversione ecologica e sociale la Dea Cura, considerata Dea minore, sarà colei
che alimenterà nuove forme di vita, manutenzioni possibili e semplici, laddove
la semplicità è il punto di arrivo della perfezione. Più veloce del
degrado della natura è il degrado dell’essere umano: la Dea Cura sarà colei che
ci porterà ad una presa di responsabilità individuale e collettiva, con
cervello, ma anche amore.
La grande
truffa è stata quella di aver convinto la gente dell’ onnipotenza dell’individuo,
che è una falsa onnipotenza: deve prevalere la costruzione del noi.
Tiziana
Contadini riporta la sua esperienza di accompagnamento al fine vita attraverso
interventi bio – naturali, pieni di generosità.
In questi
giorni abbiamo potuto ascoltare la bellissima chitarra di Sara Palmisano e le
parole di Valentina Cavanna, dal suo libro Petra Kelly, ripensare l'ecopacifismo, sulla figura di questa straordinaria donna e politica.
Il monologo sull'inadeguatezza, presentato da Simonetta Pozzi è stato un piacevole e
riuscito momento di teatro, condensato di spunti e stimoli aperti.
La performance ginnica
di Barbara Zanoni è stata d’effetto, e soprattutto il suo racconto Custode
della nascita, una figura non sanitaria che sta accanto alle madri prima,
durante e dopo il parto.
E se è vero che
la parola è fortemente patriarcale, momenti a me molto graditi sono stati
quelli con Carmen Trizio e la bioenergetica: muovermi mi aiuta a digerire
meglio tutte queste riflessioni verbali, che a loro volta si ritrasformano in
me in movimento, danza e parole da condividere con gli altri.