sabato 30 giugno 2018

Di chi è il mio corpo? Altradimora. Officina dei Saperi Femministi.

di Simonetta Ottone • Mai nome fu più azzeccato per descrivere questo luogo che ha dato vita a “Salute, Medicina, Benessere, Cura tra autodeterminazione, diritti e doveri”, Seminario svoltosi a Altradimora, Caranzano, dal 22 al 24 Giugno.

Monica Lanfranco, Creatrice e Custode di questa dimora davvero altra, dopo averci accolto con una cena a base di verdure e  dolcezza, è arrivata dritta al punto: Il corpo indocile, omaggio video a questi 10 anni al servizio delle donne, per e con le donne. E qualche uomo, deliziato e coccolato, circondato da un crogiuolo di talenti e personalità femminili che danno vita a pensieri, azioni, emozioni, programmi così originali e coraggiosi, che diventa impossibile capire perché la dirigenza del paese Italia si ostini ancora a fare a meno della presenza pubblica di queste intelligenze calde e competenti. Le immagini della morte di Welby si incrociano con quelle sulla nascita dolce di alcuni bambini in acqua, di intere famiglie in piscina accanto alla madre, di fratellini che prendono appena uscite dal ventre le sorelline e le portano in superficie; vita e morte, nascere, morire e forse rinascere ancora attraverso la dignità: siamo tutte lì, in silenzio, inondate dall’emozione,  a sentirci finalmente nel posto giusto, alleviando quel senso di perdita e di isolamento che, altrove, questi 10 anni hanno portato con sé.
Anni in cui, tra le altre cose non proprio banali, non c’è più neanche la certezza sul senso proprietario del proprio corpo, delegato per cause di forza sempre maggiori di noi stesse, il medico, la famiglia, la performance, le relazioni.
Monica continua la sua presentazione: “il corpo pensante oggi è a rischio, non è chiaro come lascìto generazionale. Il conflitto che io porto chiaramente permette di costruire una visione, migliore della mia e della tua. Il concetto di Libertà non esiste se non insieme a quello di Responsabilità, lo scorporo di queste due cose così intimamente collegate, leva quel polmone politico tanto necessario. Oggi la tecnologia potenzia l’individualità al di fuori della massa: non ci sono più popoli, branchi, c’è solo uno sciame virtuale, nuova forma di umanità – disumana cui stiamo andando incontro”.
Erminia Emprim, ex deputata, parla del rapporto tra donne, medicina e salute mentale, sottolineando che la presenza maschile, tuttora, nella dirigenza sanitaria, ostacola il tentativo delle donne di modificare le istituzioni esistenti, contribuendo a rinnovarle di senso. Ma la soggettività critica delle donne disturba, minaccia l’onnipotenza delle istituzioni concepite dal patriarcato e ne decreta la loro incolmabile lontananza dalla vita delle persone e dal loro bisogno di sentirsi accolte.
Riposizionarci dentro le istituzioni già in essere è quanto mai urgente oggi; riflettere sul rapporto donna e legge, riattualizzare quel dibattito tra il Corpo e la Legge.
Monica riporta l’intento di questo nostro incontro: riportare il Corpo nella Politica.
Laura Cima (ex deputata e Presidente Gruppo Parlamentare Verde) tira le somme e afferma che l’ecofemminismo ha vinto, perché mette al centro gli ecosistemi, la sostenibilità, il collettivo, la dignità.
Dice anche che le ultime generazioni, che sembrano indifferenti a un impegno civico e collettivo, sono uscite da donne (le madri) e sono state messe nelle mani di altre donne (le insegnanti) e che qualcosa di importante non ha funzionato, siamo state sconfitte in questo.

Di quale politica c’è bisogno? Rossana Becarelli, antropologa e dirigente sanitaria, ci pone questa domanda e ci porta nell’archetipo della donna esistente, nell’archeoantropologia che afferma il corpo della donna come mitico, che dispensa nella sua potenza nascita e morte, che ha nelle sue mani tutti i miti di fecondazione, la ciclicità della vita e della morte; e il piacere sessuale: luogo di esplorazione tra l’infinitamente basso e l’infinitamente alto. E parla di società matriarcali che non hanno lo stesso potere distruttivo del patriarcato: il valore generativo delle donne viene ad essere soggiogato dal potere maschile che mira al controllo del piacere sessuale, e lo porta all’atto violento per de-radicare un intero genere e i suoi antichi poteri tradizionali (farmacopea). Nella medicina moderna siamo tornati a collegare la cura con l’Arte, l’unica che distoglie dal funzionalismo che caratterizza la medicina, che risponde a livello intracellulare biologico di esseri viventi, che tutti rispondono allo stimolo ritmico – armonico.
Grazia Francescato (ex deputata, Presidente WWF Italia, leader dei Verdi) dichiara che il corpo che le sta più a cuore è quello di madre terra. Auspica una sapienza profonda degli archetipi, che possono aiutarci a rispondere ai segni malati del potere, con il potere dei segni.
Non stiamo vivendo un’epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d’epoca. Svariati i fattori da tenere presenti, primo tra tutti la complessità.
L’ecologia insegna che ogni cosa è collegata all’altra; la velocità, mai conosciuta prima ai livelli attuali, fa diventare tutto vecchio subito, si dimentica, è arduo costruire un progetto politico, investire su polis. Va curata una visione del mondo: laddove non c’è più corpo intermedio (sindacati, partiti…), si assiste alla fine della leadership ufficiale, perché nessuno sa più “guidare verso”.
Un’epoca che finisce richiede di trovare nuovi strumenti, per contenere l’involuzione (come il ritorno in politica e non solo del maschio alfa). I problemi sono diventati ingovernabili e sconosciuti, e la fine della leadership fa sì che siamo chiamati noi a diventare leader, facendo opposizione all’ipersemplificazione e alla rimozione tanto adottate da una classe dirigente  vecchia.
Il XXI secolo sarà femminile o non sarà.

Nella conversione ecologica e sociale la Dea Cura, considerata Dea minore, sarà colei che alimenterà nuove forme di vita, manutenzioni possibili e semplici, laddove la semplicità è il punto di arrivo della perfezione. Più veloce del degrado della natura è il degrado dell’essere umano: la Dea Cura sarà colei che ci porterà ad una presa di responsabilità individuale e collettiva, con cervello, ma anche amore.
La grande truffa è stata quella di aver convinto la gente dell’ onnipotenza dell’individuo, che è una falsa onnipotenza: deve prevalere la costruzione del noi.
Tiziana Contadini riporta la sua esperienza di accompagnamento al fine vita attraverso interventi bio – naturali, pieni di generosità.
In questi giorni abbiamo potuto ascoltare la bellissima chitarra di Sara Palmisano e le parole di Valentina Cavanna, dal suo libro Petra Kelly, ripensare l'ecopacifismo, sulla figura di questa straordinaria donna e politica.
Il monologo sull'inadeguatezza, presentato da Simonetta Pozzi è stato un piacevole e riuscito momento di teatro, condensato di spunti e stimoli aperti.
La performance ginnica di Barbara Zanoni è stata d’effetto, e soprattutto il suo racconto Custode della nascita, una figura non sanitaria che sta accanto alle madri prima, durante e dopo il parto.

E se è vero che la parola è fortemente patriarcale, momenti a me molto graditi sono stati quelli con Carmen Trizio e la bioenergetica: muovermi mi aiuta a digerire meglio tutte queste riflessioni verbali, che a loro volta si ritrasformano in me in movimento, danza e parole da condividere con gli altri.
Altradimora è un luogo dove voglio tornare.


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