giovedì 22 febbraio 2018

Sulla PAS, presunta sindrome da alienazione parentale: una conferenza stampa a Lucca

Com'è possibile che una presunta sindrome non riconosciuta dalla comunità scientifica trovi spazi di affermazione nei tribunali italiani, con pericolose conseguenze su donne e bambiniVenerdì 23 febbraio 2018 a Lucca una conferenza stampa di DiRe denuncia il drammatico impatto delle diagnosi di PAS, Sindrome di alienazione parentale, nei casi di donne che ricorrono alla giustizia dopo aver subito atti violenti dai loro partner.

Nello stesso giorno il Tribunale di Lucca decide il destino di un bambino di 9 anni che, in base a un provvedimento già assunto dal medesimo Tribunale, rischia di essere allontanato dalla madre, ritenuta "impeditiva" della relazione del minore con il padre. Ma troppo spesso i tribunali tendono a confondere la violenza con il conflitto di coppia: cioè una condizione che presuppone un rapporto alla pari, che non esiste quando c'è violenza maschile contro la donna. In questi casi è vietata anche la conciliazione o mediazione, le quali, invece, vengono spesso imposte dal servizio sociale (o da altre professionalità che intervengono in ambito giudiziario, nella forma di consulenze tecniche d'ufficio o CTU), proprio perché non viene tenuta in considerazione la violenza subita da una donna
Anche quella di Lucca è una vicenda paradigmatica di un diffuso comportamento giudiziario, che lede gravemente i diritti delle donne, ha un impatto drammatico sul benessere e la sicurezza dei minori e contrasta con la Convenzione di Istanbul. Questa prevede espressamente, infatti, che nello stabilire i diritti di visita o di custodia dei figli non vengano compromessi "i diritti e la sicurezza della vittima o dei bambini". 
Sono molteplici gli studi scientifici, anche internazionali, che dimostrano non solo la contraddittorietà di un obbligo di mediazione, ma anche quanto sia pericoloso in caso di violenza intrafamiliare, perché non si tiene conto del fatto che i bambini che hanno assistito ai maltrattamenti del proprio padre sulla propria madre rifiutano di vedere il genitore maltrattante perché hanno paura. Dobbiamo ricordare il caso terribile di Federico Barakat per dimostrare quanto spesso abbiamo ragione ad averneI bambini vanno ascoltati. In questi casi, invece, non si riconosce il trauma dei bambini e delle bambine ma si colpevolizza la madre - peraltro vittima di violenza - e la si ritiene responsabile di comportamenti definiti come atti di alienazione parentale; il tutto in un quadro informativo che è di grande confusione.
È quanto è successo anche nel caso in esame al Tribunale di Lucca. 
Di tutto questo parleranno all'Hotel San Luca Palace (Via S. Paolino 103, h. 11): l'avvocata Manuela Ulivi (Casa delle donne maltrattate di Milano), Nadia Somma (Associazione Demetra donne in aiuto, Lugo), e Giovanna Zitiello (presidente Associazione Casa della Donna di Pisa). 

venerdì 16 febbraio 2018

DanzaMovimentoTerapia contro la violenza. Un convegno a Riolo Terme

di Simonetta Ottone • E’ un’epidemia, un cancro metastatico, una degenerazione infausta: intorno e dentro le nostre vite, la violenza è in crescita. Siamo una società che si sta ammalando in modo esponenziale,  di violenza. 

Ogni tipo di violenza: da quella verbale a quella fisica; da quella di matrice politica o religiosa a quella di tipo privato; dall’abuso costante di potere, divenuto sistema, alla violenza digitale, fino al cyberbullismo, fino all’induzione al suicidio per via virale sui social.
Sconvolgente e nuovo è lo sfoggio sfrontato e impudente che si fa di questi crimini pubblicizzati su internet, lo sdoganamento di queste atrocità a scopo commerciale, le app in cui il sesso è usato come merce di scambio, o mezzo di reclutamento nei nuovi e pervasivi terrorismi globalizzati.
Del tutto impreparati o impotenti risultano, alla resa dei fatti, I luoghi educativi tradizionali, investiti come sono da questa ondata di mediocrità dilagante. Saturata la violenza ideologica, quella attuale cambia pelle di continuo, si camuffa, prende nuove e molteplici forme, sempre più presenti e   striscianti: diventa mezzo di comunicazione, di pressione, di discriminazione, di addestramento (pensiamo a quanti bambini passano ore al giorno nella violenza di buona parte dei videogiochi più comuni).
In un paese dove ogni 2 giorni viene uccisa una donna quasi sempre per mano di uomini di famiglia, è necessario affrontare la fenomenologia della violenza dei “piccoli atti”, che è destinata, in una spirale senza fine, a culminare spesso in gesti clamorosi. Nel mondo una donna su tre (dati ONU) subirà violenza fisica (che è sempre il punto finale di tutte le altre forme di violenza,da quella verbale a quella economica).
Penso alla velocità folle a cui si moltiplicano nuovi e grotteschi metodi per mercificare e profanare i corpi delle donne in un sistema in cui ciò che è più vivo, sia esso la terra o le donne, deve essere ridotto a oggetto e annichilito per aumentare i consumi, la crescita, l’amnesia (…) la guerra contro di noi infuria ogni giorno più metodica, più sfacciata, brutale, psicotica.” (E. Ensler). Di tutto questo parleremo il 17 Marzo a Riolo Terme nella prossima giornata di Formazione APID, dal titolo: 
La DanzaMovimentoTerapia come contributo per il recupero della dignità e integrità della persona nell’ambito delle violenze: dall’infanzia all’età avanzata. 

Il Convegno è organizzato dall’Associazione professionale italiana DanzaMovimentoterapia (APID), con il patrocinio di Art Therapy e Associazione Medicina Centrata sulla Persona. 
La giornata di studio nasce dalla voglia di condividere il cammino fatto dai professionisti in questa disciplina, la DMT, con i diversi approcci alla persona: l’approccio medico, psicoterapeutico, artistico come medium che caratterizza appunto tale metodologia. Il convegno è strutturato in 3 sessioni di interesse:
la I Sessione tenuta da tre importanti relatori approfondirà, attraverso tre lezioni magistrali, gli aspetti psicologici e ha l’obiettivo di introdurre la platea alle dinamiche psico-corporee che queste problematiche evidenziano, fondandoci sulla centralità della persona e sulla possibilità di scelta di cura, attraverso anche approcci “non convenzionali” (come lo è laDMT). Due video interviste concluderanno la mattinata riportando al centro il lavoro di 20 anni dell’associazione e le tematiche legate alla violenza nelle diverse fasi della vita attraverso un approccio corporeo e non verbale,
la II Sessione sarà caratterizzata da workshops pratici in parallelo, dove il partecipante avrà modo di sperimentare tecniche e approcci non verbali basati sulla metodologia della DMT.
la III Sessione poster vuole evidenziare, attraverso le esperienze sul campo e attraverso il dibattito con i partecipanti, le diverse modalità di approccio alla problematica. http://www.apid.it