domenica 29 dicembre 2019

Il Corpo liberato

di Simonetta OttoneIl corpo liberato. Dalla Danza Moderna alla DanzaMovimentoTerapia nelle tracce delle donne che l'hanno inventata. Un incontro presso Casa Julka a Livorno, incentrato sulla rappresentazione della donna nei media e in arte, proposto nell'ambito della 2 giornate di studio che avrà luogo l'8 e il 9 febbraio 2020, della Formazione Permanente Associazione Professionale Italiana DanzaMovimentoTerapia (APID), rivolta a insegnanti, educatrici/ori, Operatrici/ori della Relazione di Cura, d’Aiuto, dell’ambito psico-corporeo, artistico e arte-terapeutico.
Grazie al contributo di Monica Lanfranco e di Simonetta Ottone sarà possibile partire dalla rappresentazione dell’immagine della donna nei media, per collegarci a forme d’arte in cui le donne stesse sono riuscite a rovesciare ogni stereotipo sulla rappresentazione, l’espressione, la gestione del proprio corpo e  del proprio ruolo pubblico.

La danza moderna, infatti,  è stata inventata, diffusa e gestita da donne: agli inizi del Novecento per la prima volta le donne rappresentavano sé stesse e il mondo, nel pieno della loro soggettività esposta al pubblico. Fu la prima e unica volta nella storia dell’arte e della cultura che le donne resistettero autonomamente, perdendo consenso e protezione sociale, si esposero al pubblico, in posizione frontale.


Il Seminario teorico-esperienziale sarà introdotto da Monica Lanfranco,  con un intervento che prevede la visione di materiali e momenti di condivisione e attività di riflessione sul tema degli stereotipi di genere e il sessismo nel linguaggio e nei media.
La parte danzamovimentoterapeutica, curata da Simonetta Ottone, si concentrerà sulla testimonianza ad opera delle pioniere della Danza Moderna riguardo la Narrazione del Corpo Femminile, grazie a spunti testuali, ed alla visione di materiali.
Partendo dai principi della Danza Moderna ed alla necessità di una maggiore consapevolezza sul tema in ambito danzamovimentoterapeutico, il lavoro corporeo si focalizzerà sul Femminile e il Maschile, attraverso la Metodologia di Maria Fux, il Metodo De Vera D’Aragona ed i principi di movimento della Danza Moderna e del TeatroDanza.
L’iniziativa è volta ad Informare e promuovere una cultura corretta sulla relazione di genere e la differenza di genere attraverso la storia delle donne di ieri e di oggi; prevenire il conflitto di genere, favorire l’empowerment femminile.
La Formazione  è patrocinata e sostenuta dal Comune di Livorno e fa parte delle iniziative italiane previste in occasione di ONE BILLION RISING 2020, Movimento Internazionale V – DAY contro la violenza su donne e bambine.
IL CORPO LIBERATO è ideato e organizzato da Associazione Compagnia DanzArte (Progetto One Billion Rising Livorno/ Casa Julka), con la partecipazione di  Altradimora (Alessandria), Radio delle Donne, Rivista Marea.
Alcune note sulle relatrici:
Monica Lanfrancogiornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto. Ha fondato nel 1994 il trimestrale Marea. Ha collaborato con Radio Rai International. Ha un blog sul Fatto quotidiano e su Micromega. Ha insegnato Teoria e Tecnica dei nuovi media all’Università di Parma. Conduce corsi di formazione sulla storia del movimento delle donne, sulla comunicazione di genere, e sulla risoluzione nonviolenta dei conflitti. Dal 2008 gestisce Altradimora, una struttura che promuove  e ospita molti progetti culturali con ottica di genere.
Tra i suoi libri "Uomini che odiano amano le donne - virilità, sesso, violenza: la parola ai maschi" (Marea Edizioni) dal quale è stata tratta la piece teatrale "Manutenzioni – Uomini a nudo",  primo caso italiano di teatro sociale per uomini. "Parole madri - ritratti di femministe: narrazioni e visioni sul materno" (Marea Edizioni). Il suo ultimo libro è "Crescere uomini - le parole dei ragazzi su sessualità, pornografia, sessismo" (2019 Erickson)
Simonetta Ottone: DanzaMovimentoTerapeuta APID (Socia n. 296 e Presidente), Danzatrice professionista, .Coreografa e Docente di danza e movimento dal 1990, autrice di “Danzare il Simbolo. DanzaMovimentoTerapia nel mondo tossicomane” (Edizione Creativa 2011, ristampa 2017) e di “Disancorati” (romanzo, Ed. Creativa 2017). Ha studiato Corso universitario Scienze e Tecniche psicologiche – Facoltà di Psicologia. Impegnata come danzamovimentoterapeuta in ambito di salute mentale, diversabilità, dipendenze, educazione e prevenzione, in strutture pubbliche e private. Promotrice di iniziative a sostegno dei Diritti delle Donne, in onda come autrice e interprete su Arcoiris – TV con lo spettacolo “A Voce alta”. Autrice della Rete -  Blog nazionale POLITICA FEMMINILE, Tutor Movimento Internazionale V – Day. Formatrice di danzamovimentoterapeut* e all’interno di  percorsi rivolti a Docenti, operatori e volontari, riguardanti il Corpo e le tematiche di genere. • casajulka@gmail.com

sabato 28 dicembre 2019

Stazioni lunari, la Musica che Apre

di Simonetta Ottone • Mercoledì 18 Dicembre, primo pomeriggio. L’appuntamento con le ed i protagonisti dello spettacolo che si terrà Giovedì 19 ore 21.30, in occasione della riapertura dello storico Teatro Aurora di Scandicci, è previsto in uno studio a Sesto Fiorentino.
Sembra un pomeriggio come gli altri, con la luce ordinaria e disincantata nel cielo di una Firenze periferica. Sono felice di incontrare questo progetto che mette al centro tre donne, tre artiste di provenienza, formazione e generazione diverse. Tre ipotesi di come abitare il ruolo artistico, proprio in quanto donne. Appena arrivati, io per le interviste e Michele Faliani per le foto, seguiamo la musica, apriamo la porta e davanti a noi ci sono loro, con i loro strumenti in azione e le voci di Ginevra e Cristina che ci regalano un inedito Tim Buckley.
Con affabilità si organizzano per la nostra intervista. Francesco Magnelli, quale ideatore di "Stazioni Lunari", inizia a parlarci dell’aspetto legato alla vita e al senso di quello che è, non solo uno spettacolo itinerante dunque, ma una visione rispetto al fare musica oggi. Progetto culturale nel pieno senso del termine, longevo e generativo, domando al musicista qual è il suo segreto di elisir di lunga vita.
“STAZIONI ha capacità di riciclarsi continuamente, perché cambiando artisti ogni volta si crea una serata unica, dovuta al luogo, alla situazione. La scelta di artisti, di più generazioni, la creazione di una scaletta diversa ogni volta. E’ un lavoro impegnativo, dove permane l’entusiasmo della Prima.
Gli artisti vengono da mondi diversi, l’idea è quella di abbattere il genere, c’è solo musica. Domani c’è un estremo, con l’inserimento di musica classica, con il Quartetto dei nostri Tempi, con brani di Shostakovich, Beethoven, Schumann…
Stazioni Lunari è un invito all’ascolto da parte del pubblico e da parte degli artisti tra loro, è uno spettacolo di 2 ore in cui partecipi anche solo ascoltando. Nei nostri spettacoli  il pubblico ascolta ciò a cui non è magari abituato, si possono fare scoperte grosse, il pubblico viene a vedere gli artisti per le attitudini che hanno , sono loro che decidono come partecipare.
In una sorta di abbattimento dell’ego centrale, i cantanti sono dislocati sul palco, come si costruisse una squadra di voci, senza un leader centrale; Ginevra è centrale ma si muove, gira insieme agli altri. Dà la possibilità ai cantanti stessi di esprimersi in modo diverso da come fanno di solito. Ad es. Piero Pelù e Bobo Rondelli per indole si sono buttati in mezzo agli altri, Cristina Donà che è tanto che partecipa nel tempo si è coinvolta sempre di più, come Nada, che all’inizio stava molto nel suo spazio.
La diversità esiste, c’è, è normale che ci sia, la diversità fa ricchezza ovunque, anche in cultura, non la ostento, non è un connubio per forza positivo, porta miniscontri che però sono vita. La cosa bella è che è rimasto uno spettacolo unico nel panorama, questo lo dico dopo 16 anni, con artisti di questa caratura artistica che stanno insieme, nella loro differenza. Si tratta di uno spettacolo che và al di là della fruizione di una buona musica, al suo interno c’è tutta una serie di messaggi che và oltre la musica, dentro le stanze potrebbe starci un danzatore, la parola, chi dipinge, qualsiasi forma d’arte”.
Incontriamo poi Cristina Donà, che inizia ad accompagnarci nel suo personale viaggio all’interno di Stazioni Lunari. “La spinta propulsiva a prendere parte a questo progetto è costituita da molti tasselli. Inizia nel 2004. Conoscevo Ginevra, il mondo dei CSI, entrare in Stazioni Lunari è stato un regalo, stare in un laboratorio come artista dove sin da subito sperimentare una relazione con i musicisti diversa da quella che abitualmente praticavo.
Io essendo un’artista solista, dettavo un po’ le regole, anche se non sono un capitano con forme dittatoriali! L’idea di Stazioni è un’idea unica, perché questa è una Casa dove a turno si animano delle stanze, la permanenza sul palco presuppone che se uno vuole può anche interagire, improvvisare, la qualità dell’ascolto sale tantissimo. Le prove non ci sono, c’è il sound check, c’è un mondo da mettere in piedi. Io faccio parte di questo progetto da allora, ho potuto conoscere personalmente molti artisti, come Teresa De Sio, Pelù. Marco Parente, Nada, Riccardo Tesio, Cristicchi… sempre una grande emozione. Confrontarsi con emozioni diverse, di fronte a un pubblico, tenere alto l’interesse, partecipare in diversi modi, anche solo ascoltando. Questo laboratorio credo abbia messo le basi per quell’avventura che è nata con Ginevra, “Così vicine”, il nostro album insieme: ogni volta che si cantava insieme la gioia era grande. Francesco che è un grande osservatore e un grande creatore di progetti ha intuito che avremmo potuto dare vita a questo lavoro. Francesco ha  ideato STAZIONI per far convivere vocalità e provenienze diverse. Questa è una grande scuola, per andare oltre le rivalità. Un aspetto importante per il pubblico, i canali principali non puntano sulla biodiversità”.
Infine, i saluti ce li fa l’altra padrona di casa, Ginevra Di Marco: “Stazioni Lunari ritorna spettacolo composito, difficile, con tanti artisti diversi, non è sempre facile accordare i suoni. Cristina Donà è un po’ la madrina di Stazioni Lunari; dei Rappresentanti di Lista ci siamo innamorati con i loro ultimi 2 dischi. Il Quartetto i nostri Tempi accentua il desiderio di mettere in dialogo linguaggi diversi, di essere una Comunità dal vivo, dove la musica si incontra, partecipiamo ognuno della musica dell’altro, in commistione. Io starò lì, in mezzo a tutto questo”.


Giovedì 19, sul palco arrivano a poco a poco tutti i protagonisti dello spettacolo, ma la scena è sempre abitata da queste tre artiste meravigliose: Ginevra Di Marco, Cristina Donà, Veronica Lucchesi.
Sono tutti insieme, cantanti, autori, musicisti, orchestrali, per celebrare Stazioni Lunari, la comunità pensata da Francesco Magnelli fin dal 2003.
I brani si snocciolano a due a due, presentati dalle tre donne al centro della scena, accompagnate dai musicisti e dal Quartetto dei nostri Tempi.
Si inizia già al massimo dell’energia con G. Di Marco in CANZONE ARRABBIATA, prosegue Veronica Lucchesi con LA BALLATA DELLA RAGAZZA ANNEGATA e GIOVANE FEMMINA.
Cristina Donà presenta SONG TO THE SIREN e GOCCIA. I pezzi si susseguono in un flusso continuo in cui le voci e gli strumenti si incastrano come in un gioco d’amore.
Il Quartetto dei nostri Tempi esegue un vertiginoso Shostakovic, poi Schumann, Beethoven, come se tutto fosse un unico, eterno discorso sonoro, che tutto comprende e tutto rigenera.
Nella serata spicca una Cristina Donà dirompente con chitarra, voce e rock,  che conclude nei bis in UNIVERSO, bello, forte e delicato insieme.
QUESTO CORPO di Veronica Lucchesi regala ancora l’approccio aperto, teatrale e fortemente contemporaneo di una poetica sul confine della fragilità come forza.
Il concerto chiude con la sublime MONTESOLE dei PGR e con FUOCHI NELLA NOTTE DI SAN GIOVANNI dei CSI, rievocati nella voce di Ginevra Di Marco e nella direzione di Francesco Magnelli, che ci regala così il desiderio condiviso che eredità coraggiose vengano raccolte e ampliate ancora.