di Simonetta
Ottone - Mi trovo in
un antico borgo del centro di Firenze. Entro in questo portone elegante, con
archi, anfratti e ferro battuto; sono in una delle scuole di danza più storiche
della Toscana. Fu qui che Maria Fux, pioniera della Danzaterapia nel mondo,
mise le sue radici italiane.
Enrica Ignesti, oggi direttrice di questo centro, mi
riceve tra costumi di scena e carte, mentre una musica senza tempo di
pianoforte accompagna la lezione di danza nella sala accanto.
Mi
guarda attenta, come dovesse compiere
un movimento preciso e veloce. Inizio chiedendole di parlarmi di lei.
Maria Fux, classe 1922, danzatrice e coreografa, protagonista dal 1954 di tournée di successo negli Stati Uniti, in Polonia, in
U.R.S.S., Perù, Brasile ed Uruguay, dal 1960 al 1965 ha diretto il Seminario di
Danza all'Università Nazionale di Buenos Aires. Nel 1968 presenta per la prima
volta una relazione sul tema la danza come
terapia al Congresso Internazionale di Musicoterapia tenutosi a Buenos Aires. Sviluppando i propri studi e
ricerche interviene con un proprio originale contributo sull'importanza della danza come mezzo educativo
ed espressivo per audiolesi. Maria Fux diventa un riferimento di grandissimo rilievo in Italia, in
Europa e nelle Americhe, svolgendo annualmente attività di formazione e supervisione fino a 5
anni fa. Nel 1978 nasce una stretta
collaborazione con Lilia Bertelli, fondatrice di questa Scuola, che porta a costituire
in Italia la "Scuola di Formazione in Danza Terapia", con sede a
Firenze; da allora ha svolto una intensa attività didattica in numerose città
di Italia con seminari e corsi di formazione.
• Come ci sei
entrata in contatto?
Nel 1995
ho iniziato la formazione in danzamovimentoterapia del Centro Toscano Arte e
Danza Terapia diretto da Lilia Bertelli in Firenze, oggi
accreditata dall’Associazione Professionale DanzaMovimentoTerapia Italiana (APID). Ho
conosciuto Maria in qualità di
Direttrice di Formazione del Centro fiorentino. Poi nel 1999 dopo aver
conseguito il diploma in DanzaMovimentoTerapia ho iniziato a collaborare con Lilia Bertelli come
sua assistente e quindi assistente di Maria quando il Centro fiorentino la ospitava. Nel 2000 Maria Fux
mi ha assegnato una borsa di studio per 3 mesi nel suo Centro in Buenos Aires dove ho avuto la
possibilità di essere ospitata nella sua casa. Nel 2005 ho ripetuto l’esperienza. Dal 1995 ad ancora
oggi Maria supervisiona il mio lavoro costantemente.
• Cosa ti colpisce di lei? In cosa è una Maestra?
Ogni gran Maestro lascia
un’impronta nei suoi allievi. La parola che
meglio esprime l’impronta che Maria ha lasciato e continua a lasciare dentro di me è Arte.
Arte che mi ha fatto crescere, che mi ha esortato a diventare una
professionista della danzaterapia.
Maria Fux è
stata ed è il mio ponte con l’Arte. Arte vissuta in prima persona come processo creativo che
si trasforma grazie alla danza. Danza come poesia del movimento spogliata dal
suo aspetto
utilitaristico, danza espressiva che ha un significato profondo in relazione al
mio mondo, danza simbolica. Altri maestri
mi hanno mostrato differenti metodologie di danzaterapia, però Maria mi ha mostrato
l’arte. Il mio
sguardo si posa nel suo essere geniale e neutrale al tempo stesso: lei ha
aperto le porte nella
danzaterapia. Allo stesso tempo è come tutte noi: non esprime giudizi, guarda
le cose come sono, all’interno del limite in cui si trovano, convivendo con la
sua propria ombra. Maria dà
valore al presente come unico e primo momento dell’esistenza.
• Che idea di
danza ha?
La sua metodologia fruisce dell'energia,
del peso, della forma, del colore, dello spazio e del tempo. La Fux piega il simbolismo del gesto
all'esigenza terapeutica. Essenziale è il gruppo: nel suo
grembo si sviluppano sia il limite che le potenzialità dell'incontro dell'altro
da sé anche per i danzatori svantaggiati. Il divenire è
l'elemento fondante la danzaterapia, il cambiamento eracliteo del tutto scorre, crea energia e miglioramento.
Il sentirsi meglio come prodotto della danzaterapia è immune alle interpretazioni:
avviene, accade, appare. Maria supera l'intellettualismo statico per fornire risposte concrete ed
immediate al bisogno di armonia e nuova vita.
• Cosa ti aspetti dal film documentario recentemente
uscito sulla Fux, dal titolo "Dancing with
Maria"? (regia di Ivan Gergolet). L'11 Aprile, in occasione
del decennale della scomparsa di Lilia Bertelli, ne organizzerete la proiezione qua a Firenze, allo Spazio Alfieri.
Tempo fa
un’altra mia Maestra, Paola de Vera d’Aragona, mi ha parlato di Maria con
queste parole: Maria Fux è un
prezioso talento che l’Universo ci ha donato… E' proprio questo che mi aspetto dal film; quel che si vede alla conclusione del trailer: la grande strada sotto alla Scuola di
Maria in Buenos Aires, che viene
lentamente invasa da danzatori,
arrivati da ogni parte del mondo… qualcosa in cui sembra non esistano più confini né spazi, tutti diventano particelle di un
universo infinito, un'umanità in
movimento dove tutto è danza.
• Negli incontri di danza di Maria ballano insieme persone di ogni condizione ed estrazione sociale, uomini e donne
con malattie fisiche e mentali, o semplicemente con il desiderio di scoprire sé
stessi e gli altri. Maria, attraverso la danza e la musica, ha trasformato i
limiti di ognuno in risorse. Che tipo di donna è? e trovi che nella danza
le donne siano in una posizione subalterna?
Danza, sostantivo femminile. Maria è una donna molto forte e fragile insieme; una
persona che ama e che non si risparmia, che sa mettersi al servizio dell'altro,
trovando in questo un grosso motivo d'ispirazione. Credo che la danza sia una
delle poche situazioni in cui la donna non è subalterna.
• Che spazio ha
attualmente la danza in Italia?
La danza vive un momento di grossa difficoltà… ma è
difficile in questo momento non pensare a come lo sia anche l’Italia: la danza è lo specchio del nostro paese.
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