sabato 14 marzo 2015

Ilaria Alpi, 21 anni dopo

20 Marzo 1994 - 20 Marzo 2015. Ilaria Alpi. A voce alta.
1400 miliardi di lire. Dove è finita questa impressionante mole di denaro?

Ilaria scrive, è grafomane. Domanda, prende dati, scarabocchia nomi. Sguardi obliqui strisciano su quella carta, pochi appunti di quei tre taccuini tornati a casa. Dove sono gli altri due? E la sua inseparabile macchina fotografica, i rullini, tutte le videocassette? Mi hai chiamato, mi è rimasta la tua voce nel telefono. Ma dopo, in quelle due ore e mezzo, chi ti ha preso? Lei voleva essere al centro del fatto, il cameraman lo voleva sempre appresso a sé. Non ti avrebbe mai portato, Miran, operatore free lance, lancia libera, lanciata nel vuoto. Se avesse immaginato.  
Ma sul posto ci sei o non ci sei, poche storie, un' immagine non te la puoi mica inventare! Io la voglio vera! Mi spiegava, accarezzandomi con il verde ostinato dei suoi occhi. Smetteva di parlare, si accigliava, pensava. Pensava sempre, quella ragazza. Dobbiamo mostrare la gente, papà, la loro vita distrutta nel loro paese distrutto. Pattumiera Somalia nel mattatoio Somalia! A questo serviamo. Sorrido dentro me: questa donna di 32 anni è mia figliaDobbiamo stare in strada, batterla, verificare le notizie e scaraventarle in faccia di chi mente. E' il nostro mestiere. Io voglio fare perbene il mio lavoro. Solo questo.  Il servizio deve essere breve, senza enfasi, dico sempre di non inquadrare me, ma solo gli intervistati. "Sì, ma fatti riprendere un po', così vediamo come stai!".
Ilaria, il servizio pronto per essere riversato a Roma, dove è finito? Ilaria non scherzare: l'Africa è un grande affare per tutti. A noi occidentali serve una discarica di materiali tossici! Lo sai, come vanno le cose... e l'infibulazione è una pratica millenaria, Ilaria, le donne laggiù devono ribellarsi! Non siamo noi responsabili dell'Africa, di tutto quel nero che c'è! Poi sei una donna di mondo e al bar ora mi ordini solo un'acqua tonica? Sei sempre tu, Ilaria!
Ilaria, almeno stamani, fai colazione con me.
Non mi sorridere più, da quella foto sul mio comodino. Abbiamo fatto tutto per quel sorriso, brandelli di cuore ci sono rimasti. Non abbiamo più spazio per respirare. Soffochiamo, come la tua verità. Stasera io e la mamma ci metteremo sul tuo letto, tu scenderai e ci abbraccerai come facevi da piccola e dormiremo, dormiremo, in un pezzo di strada di questo paese. Questo paese, che ci ha odiato così tanto.
Simonetta Ottone

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