giovedì 24 ottobre 2019

Le donne curde. La loro lotta per tutte Noi

di Simonetta Ottone • Di seguito il testo che One Billion Rising Livorno ha inviato alle istituzioni del proprio territorio, invitandole ad un confronto diretto con le associazioni femminili e i gruppi di donne destinatarie dell’appello pervenuto dalle donne curde a seguito della invasione turca.

Al Sindaco di Livorno, al Comune di Livorno, alla Regione Toscana
Alla cittadinanza tutta
Lettera aperta delle donne, dalla Siria del nord, alle donne di tutto il mondo: Le combattenti siriane lanciano un appello alle donne di tutto il mondo.
“Nelle stesse ore, l'Isis ha assassinato Havrin Khalaf, segretaria generale del Partito per il Futuro della Siria, giovane attivista, ingegnera, a capo di un movimento che era una speranza per tutto il mondo.
Come donne di diverse culture e fedi, provenienti dalle antiche terre della Mesopotamia, vi inviamo il nostro più caloroso saluto; e vi invitiamo a partecipare alle azioni per fermare la guerra di invasione della Turchia nella Siria e per superare il fascismo e il patriarcato in tutto il mondo.
Vi scriviamo dal vivo della guerra nel nord est della Siria, imposta alla nostra terra dallo stato turco. Siamo sopravvvissute resistendo per 3 giorni ai bombardamenti dei caccia turchi e dei carri armati. Abbiamo visto le madri nei nostri quartieri prese di mira dai bombardamenti turchi quando escono di casa in cerca di pane per le loro famiglie.
Abbiamo visto una granata NATO fare a pezzi la gamba di Sara, di 7 anni, e uccidere suo fratello Mohammed di 12 anni. Stiamo assistendo al bombardamento di quartieri e chiese cristiane, mentre le nostre sorelle e fratelli cristiani, i cui nonni sono sopravvissuti al genocidio nel 1915, sono ora assassinati dall'esercito del nuovo impero ottomano di Erdogan. Due anni fa, abbiamo visto che, con fondi ONU e UE, lo stato turco ha costruito un muro di confine di 620 km per rafforzare fisicamente la divisione del nostro paese e impedire a più rifugiati di cercare scampo in Europa. Ora, assistiamo al fatto che i carri armati stessi dello stato turco, i soldati e i gruppi killer jihadisti hanno rimosso parte del muro per invadere le nostre città e villaggi. 
Stiamo assistendo al modo in cui i quartieri, i villaggi, le scuole, gli ospedali e il patrimonio culturale di curdi, Ezidi, arabi, siriaci, armeni, ceceni, circassi, turkmeni e altre culture che vivono qui in comune, sono presi di mira da attacchi aerei e fuoco di artiglieria. Vediamo come migliaia di famiglie siano costrette a fuggire dalle loro case per cercare rifugio senza nessun posto sicuro dove andare. Inoltre, vediamo i commandos killer dell'ISIS attaccare nuovamente città come Raqqa, che due anni fa era stata liberata dal regime terroristico dello Stato Islamico grazie alla lotta comune della nostra gente (e lo stesso avviene ora a Kobane, che nel 2015 era stata liberata dall'Isis grazie alle forze curde, ndr). Ancora una volta, vediamo gli attacchi militari congiunti dell'esercito turco e dei loro mercenari jihadisti contro Serêkani, Girêsipi e Kobane
Questi sono solo alcuni degli incidenti che abbiamo affrontato da quando Erdoğan ha dichiarato la guerra, il 9 ottobre 2019.
Mentre l'operazione di pulizia etnica genocida della Turchia fa i primi passi, vediamo anche la coraggiosa resistenza di donne, uomini e giovani che alzano la voce in difesa della loro terra e della loro dignità. Per 3 giorni i combattenti delle forze democratiche siriane SDF, insieme a YPJ e YPG, hanno combattuto con successo in prima linea per prevenire l'invasione e i massacri della Turchia. Donne e persone di tutte le età fanno parte di tutti i campi di questa resistenza per difendere l'umanità, le conquiste e i valori della rivoluzione femminile nel Rojava. 
Come donne, siamo decise a combattere finché non raggiungeremo la vittoria della pace, della libertà e della giustizia. Per raggiungere il nostro obiettivo, facciamo affidamento sulla solidarietà internazionale e sulla lotta comune delle donne e di tutti coloro che amano la libertà. Chiediamo di:
• fermare immediatamente l'invasione e l'occupazione della Turchia nella Siria settentrionale e orientale
• istituire una No-Fly-Zone per la protezione della vita delle persone nella Siria settentrionale e orientale
• prevenire ulteriori crimini di guerra e pulizia etnica da parte delle forze dell'esercito turco, dell'ISIS, di El Nusra e di altre organizzazioni killer jihadiste
• garantire la condanna di tutti i criminali di guerra secondo il diritto internazionale
• interrompere il commercio di armi con la Turchia
• attuare sanzioni politiche ed economiche contro la Turchia
• adottare misure immediate per una soluzione politica della crisi in Siria con la rappresentanza e la partecipazione di tutte le diverse comunità nazionali, culturali e religiose in Siria”. 
One Billion Rising Livorno, insieme al Movimento Internazionale V – DAY ed alle maggiori Associazioni femminili in Italia e nel mondo, chiede al Comune di Livorno e alla Regione Toscana di  sollecitare nel Governo italiano, nell’Unione Europea e nella Comunità internazionale una posizione decisa per porre termine alle barbarie messe in atto da Erdogan e dalla Turchia.
Pertanto, One Billion Risign Livorno chiede di poter partecipare alle azioni che le istituzioni locali metteranno in campo in questo senso. 
One Billion Risign Livorno
Movimento Internazionale V – DAY
Casa Julka

In data 23 Ottobre leggiamo un documento nato all’unanimità nel Consiglio Regionale Toscano ed indirizzato al Presidente del Consiglio. Di seguito i particolari del comunicato: "Siria, il grande abbraccio del Consiglio al popolo curdo e l’impegno a commemorare Hevrin Khalaf. Gazzetti in aula: “Lo spirito della condanna dell’attacco e della solidarietà ci ha unito tutti”.
Unanimità dell’assemblea di palazzo del Pegaso
Massima e totale solidarietà al popolo curdo da parte di tutto il Consiglio regionale della Toscana che stamani, all’unanimità, ha approvato la mozione di ferma condanna dell’intervento militare della Turchia nella Siria mediorientale, esprimendo vicinanza e solidarietà a tutto il popolo curdo; con anche l’impegno a commemorare Hevrin Khalaf, la giovane attivista barbaramente assassinata nei giorni scorsi. “Ad unirci tutti è stato lo spirito di questo testo – ha detto il consigliere del Pd in Regione Francesco Gazzetti presentando in aula la mozione che ha unificato i testi di Pd, Sì Toscana a Sinistra e Lega - un documento che è diventato patrimonio sia di coloro che avevano preparato gli atti su cui abbiamo lavorato ed anche di chi ha poi deciso di sottoscrivere la nuova formulazione. Ed io voglio ringraziare per il lavoro e la disponibilità sia gli uni che gli altri. Così facendo, tutti insieme, abbiamo fatto sentire forte e chiara la voce del Consiglio che ha espresso la sua ferma condanna rispetto all’attacco militare unilaterale deciso dal Governo turco guidato da Erdogan e la solidarietà e la vicinanza ai bambini, alle donne, agli uomini curdi vittime della violenza e dell’oppressione. Il sostegno così ampio, unanime, a questa mozione – ha aggiunto Gazzetti - è il segno della grande sensibilità che la Toscana, terra di Pace e di uomini come padre Ernesto Balducci, sa esprimere. Una sensibilità che la rende speciale e che in situazioni come questa sa far prevalere questo spirito alle divisioni ed alle contrapposizioni”. Il testo della mozione, come spiegato nel dettaglio Gazzetti che ne è il primo firmatario, nato, come detto, dagli atti presentati separatamente da Sì-Toscana a Sinistra e Lega e che, al ternine di un accurato lavoro di sintesi, ha permesso di presentare in aula un testo che è stato sottoscritto da tutte le consigliere ed i consiglieri dell'assemblea regionale compresi i Presidenti Rossi e Giani. Nella nuova formulazione, oltre ai temi sopra citati ed alla adeguata commemorazione di Hevrin Khalaf così come avvenuto anche per il giovane Lorenzo Orsetti, si chiede un impegno alla Regione a rafforzare il proprio ruolo di coordinamento degli attori del territorio che operano nella cooperazione internazionale, di perseguire forme di aiuto concreto alla popolazione curda, a partire dalla cooperazione sanitaria sul campo come già anticipato dal Presidente della Giunta Rossi. E poi a continuare ogni azione utile, insieme ad ANCI e ai Comuni della Toscana, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica circa la necessità di: condannare l’attacco militare turco, chiedere l’immediata interruzione delle ostilità, l'applicazione del diritto umanitario in modo che tutti i feriti possano ricevere le cure a cui hanno diritto. La mozione impegna anche ad attivarsi nei confronti del Governo italiano, affinché l’interruzione della fornitura delle armi riguardi non solo le future forniture ma anche quelle correnti; e nei confronti della comunità internazionale affinché venga richiesta la sospensione dei negoziati di adesione della Turchia all’Unione Europea e si valutino sanzioni concrete nei confronti della stessa Turchia; a porre inoltre in sede Nato di valutare l’opportunità, allo stato attuale, di proseguire con la missione Nato “Active Fence” che vede l’impiego delle truppe italiane sul campo, nonché valutare ogni iniziative possibile per garantire l’incolumità dei civili presenti nel territorio, tra le quali l’eventualità di creare una no fly zone nell’area interessata per proteggere la popolazione dei bombardamenti. La mozione è stata approvata con voto unanime da parte del Consiglio Regionale”.
ONE BILLION RISING ringrazia le forze politiche che hanno lavorato per la stesura della mozione, compiendo una scelta netta e unitaria a difesa delle donne e delle popolazioni curde e condannando in modo chiaro la Turchia di Erdogan.
Ringraziamo quelle e quei rappresentanti istituzionali che hanno accolto il nostro documento e il Consigliere Francesco Gazzetti, primo firmatario del testo della mozione.
Invitiamo i Consigli regionali del paese a fare la scelta del Consiglio Regionale Toscano le nostre sorelle italiane a lavorare insieme per la difesa e la giustizia che le donne curde meritano.

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