domenica 18 dicembre 2016

Nuovo Maschile. Uomini liberi dalla Violenza

di Simonetta Ottone • Da tempo volevo affrontare la questione della Violenza di genere proprio con gli uomini, i diretti interessati, se non la parte centrale ma anche paradossalmente la più assente dal dibattito. Vado a Pisa, dove incontro Desiree Olianas e Riccardo Guercio, Responsabili di “Nuovo Maschile. Uomini Liberi dalla Violenza”.  



Nel piccolo e accogliente ufficio dell’associazione trovo due ragazzi giovani e preparati, che sorridenti sono in attesa delle mie domande. 

Come nasce la Vostra realtà?
(Riccardo) Nuovo Maschile è un’associazione di promozione sociale  nata nel 2012 a Pisa. Siamo nati in piccolo ma con tanta passione e spinti da ciò che il nostro percorso di vita e lavorativo ci ha messo di fronte.
Alla base, la consapevolezza di essere immersi/e in una società violenta, ma anche che ogni persona  può diventarne consapevole, impegnarsi a cambiare e cambiare la società. Le nostre vite e quelle delle persone a noi vicine sono state attraversate, in modi e tempi diversi, dalla violenza maschile. Alcuni/e di noi fin dall’Università, altri/e successivamente, hanno deciso di approfondire la propria formazione in merito al tema degli abusi e  maltrattamenti su donne e minori. Questo si è inserito all’interno di percorsi di consapevolezza, che ci hanno permesso di elaborare le nostre storie e il nostro desiderio di fare un lavoro di aiuto.

All’inizio eravamo in tre; io (Riccardo) che nel mio lavoro in comunità terapeutica con persone (soprattutto uomini) alcoliste, tossicodipendenti e con problemi psicologici, riscontravo molte similitudini nelle loro storie. Storie di infanzie maltrattate, abusate. Persone che avevano cercato di affrontare le proprie difficoltà con mezzi che si erano ritorti loro contro (l’uso di sostanze) e che spesso mettevano in atto delle violenze… con le compagne, con gli altri uomini. Per non parlare delle violenze subìte o messe in atto in carcere, mentre scontavano le varie pene. Nel mio lavoro mi trovavo spesso di fronte a violenze, agìte nel presente, minacciate, ma vedevo anche gli effetti di quelle subìte nel passato . E mi chiedevo cosa potevo fare. Io (Desiree) provengo da una famiglia in cui la violenza maschile su donne e bambine ha seminato sofferenze e rovinato vite. Ho scelto psicologia con l’idea di capire quale era il modo “giusto” di aiutare chi soffriva, perché avevo sperimentato che anche quando sei così fortunata da trovare una persona desiderosa di aiutarti, non è detto che questa ci riesca, anzi è possibile che peggiori una situazione già difficile. Ho cominciato a formarmi sulla violenza di genere, integrando la formazione universitaria (assolutamente inadeguata allo scopo) con quella fornita dal Centro Antiviolenza di Pisa. Ho cominciato ad occuparmi di donne che avevano subìto o subivano violenza. Ho iniziato ad avere, come psicoterapeuta, anche pazienti maschi. La violenza era presente nelle loro storie, ma anche nelle relazioni che vivevano.
Nel confronto con un’amica che ha aiutato, informalmente, tante donne vittime di violenza, è nata l’idea di occuparsi degli uomini, di vari uomini con storie e necessità diverse.


Uomini che agiscono violenza nelle relazioni ma vogliono cambiare per diventare uomini, padri, mariti migliori, anche se non sanno se e come farlo. Uomini che hanno subìto abusi nell’infanzia o nell’adolescenza. Uomini desiderosi di confrontarsi fra loro, su cosa significhi esser maschi nella nostra società, interrogarsi sul modo di vivere le relazioni con le donne, con gli altri uomini, con i figli e le figlie. Uomini cui viene fornito un luogo in cui esprimersi nelle proprie peculiarità e differenze, senza la necessità di adeguarsi ad una visione stereotipata dell’uomo, anzi lottando per conoscere ed esprimersi a pieno ed in modo autentico. Tutto questo ci è sembrato bellissimo. Ambizioso, ma entusiasmante.

Quali sono i vostri obiettivi principali?
 (Desiree e Riccardo) Ci sono dei punti, per noi cruciali. Eccone una sintesi:
-       Contribuire al diffondersi di una cultura che adotti il confronto, la comunicazione, il rispetto delle differenze, il contrasto alla violenza e alla prevaricazione, la risoluzione non violenta dei conflitti.
-       Promuovere la comunicazione fra uomini e donne con l’obiettivo di favorire un cambiamento del maschile, passando da una cultura della prevaricazione ad una improntata al riconoscimento e alla valorizzazione delle differenze, dei pari diritti e opportunità.
-       Favorire la divulgazione della cultura di genere e l’analisi e la comprensione degli stereotipi che ostacolano l’accettazione delle diversità e la richiesta di un aiuto da parte di uomini con sofferenze emotive e relazionali.
-       Offrire agli uomini un luogo in cui coloro che agiscono violenza fisica, psicologica, economica o sessuale sulle proprie compagne, compagni, mogli (o ex), possano esprimere e condividere le difficoltà relazionali che si manifestano con il loro comportamento violento, assumersene la responsabilità e cambiarlo mettendo fine alla violenza.
-       Sensibilizzare l’opinione pubblica al tema della violenza quale fenomeno diffuso cui uomini e donne possono essere stati esposti nell’infanzia.  E di conseguenza sostenere gli uomini che hanno subito violenze a superare le ferite emotive che questo ha lasciato in loro, attraverso percorsi di psicoterapia.
-       Fornire un luogo in cui intraprendere un percorso che conduca l’uomo ad un nuovo maschile che, pur mantenendo la propria forte connotazione di genere, si possa tuttavia riappropriare di parti che gli sono state espropriate quali la sensibilità e la capacità di rapportarsi all’altro/a da sé in maniera paritetica senza sentirsi depauperato.

Come si svolge l’attività e con quali interazioni nel territorio?
(Riccardo) La nostra associazione svolge sia attività di prevenzione che di trattamento.
La prevenzione, che riteniamo la parte fondante e imprescindibile del nostro lavoro, si concretizza attraverso
- progetti di sensibilizzazione nelle scuole: nelle scuole medie e superiori, anche in collaborazione con associazioni impegnate da anni sul tema della violenza (Casa della Donna di Pisa) o dell’educazione all’affettività e sessualità (Aied) o al tema dell’orientamento e genere sessuale (Arcilesbica e Pinkriot arcigay Pisa)
-  corsi di formazione a professionisti/e impegnate nel benessere delle persone: medici/che delle varie branche, psicologhe/gi, psicoterapeute/i, psichiatre/i, counselor, assistenti sociali. Figure che, anche se non decidono di occuparsi di violenza, vi si imbattono necessariamente, spesso senza avere gli strumenti per riconoscerla e gestirla, vista la complessità del fenomeno. 
incontri con la cittadinanza, seminari, dibattiti, tavole rotonde
Alla prevenzione si unisce l’intervento, ovvero la possibilità di intraprendere percorsi di consapevolezza e cambiamento per tutti quegli uomini che ci contattano perché la violenza in qualche modo c’è già stata. Violenza subìta nell’infanzia, e  per le quali c’è ancora sofferenza emotiva, o violenza messa in atto in età adulta.
Dopo un primo contatto telefonico (370-3230356) , l’uomo effettua alcuni colloqui gratuiti con lo psicologo. A seconda di quanto emerge può essergli proposto un percorso individuale o di gruppo.
Collaboriamo con il Centro Antiviolenza di Pisa e l’associazione Le Amiche di Mafalda, di Pomarance, sia per quanto riguarda l’invio di uomini con problemi di violenza, sia riguardo alla progettazione ed attuazione di interventi congiunti di sensibilizzazione. Abbiamo inoltre molti invii del servizio Sociale di Pisa e anche dall’Ufficio Esecuzione penale esterna di Pisa. Effettuiamo incontri con i detenuti delle Case Circondariali di Pisa e Volterra sui temi delle relazioni e della violenza. Commissioni pari opportunità e scuole ci contattano per organizzare incontri di sensibilizzazione.


Sono ancora molte le cose che Desiree e Riccardo vogliono dirci. Bene, rimaniamo vigili.