di Simonetta Ottone • A me non piace piacere a molti, ma solo ai
pochi a cui piaccio; si apre così il blog che Adele Cambria inaugurò
nel 2008.
E così continua: Io, Adele Cambria, assediata dai
"Bloggisti" - amici avanzati e parenti avanzatissimi! - sono stata costretta
ad aprire un mio blog. La prima iniziativa è venuta da Beppe Costa, mio
coraggioso editore (Pellicanolibri) nel 1984 - pubblicò il mio romanzo
"Nudo di donna con rovine" - e quindi scomparso alla mia vista per un
decennio. Felice di ritrovarlo, gli ho ceduto... Ed eccomi qui. Si è presentato
un sabato pomeriggio con due simpatici ed efficienti amici, mentre arrivavano
dall'Olanda i miei parenti tecnologicamente assai avanzati: mio figlio Luciano,
mia nuora Agnes, e i loro "bambini" (alti un metro e novanta ed
adolescenti), Clemente e Simeone. Ecco tutto, chi vivrà vedrà; Adele Cambria.
Il 5 Novembre 2015, quasi un anno fa, Adele moriva
a Roma dopo lunga malattia.
Nata a Reggio Calabria, si è laureò in
Giurisprudenza all’Università di Messina(1953); esordì nel giornalismo nel
1956, firmando (con pezzi di costume) anche sulla prima pagina del quotidiano “Il
Giorno”, fondato e diretto -dal 21 aprile 1956 al 31 dicembre 1959- da
Gaetano Baldacci. Si è dimessa da il Giorno, per solidarietà con il Direttore
che il Presidente dell’Eni, Enrico Mattei, era stato costretto a licenziare. In contemporanea, Cambria collaborava a “Il
Mondo” di Mario Pannunzio. Ha lavorato per le maggiori testate
nazionali, nell’ordine “Paese-Sera”, “La Stampa”, “il
Messaggero”, “l’Espresso” di Arrigo Bendetti, “L’Europeo” di
Tommaso Gigli, poi di nuovo a “Il Giorno” (1985-19979), dal 2000 al 2002
a “Il Domani della Calabria”.
Dal 2003 al 2009 ha collaborato a “L’Unità”. A partire dal 1963 ha lavorato anche, con
contratti a a termine, alla Rai (Televisione e Radio).
Dal 2000 al 2003 ha realizzato per RaiSat
Album 39 trasmissioni televisive sull’immagine della donna, andate in onda
con il titolo “E la Tv non creò la donna”, con 80 ospiti, da Giovanni
Berlinguer a Giosetta Fioroni; in seguito, sempre per lo stesso canale,
realizzava tre trasmissioni sul Sud intitolate “Trittico meridionale”,
la prima dedicata all’antropologo Ernesto De Martino, ed intitolata “La
terra del rimorso”, la seconda alla siciliana Maria Occhipinti, intitolata “La
rivolta dei non-si-parte”, la terza alla rivolta di Reggio Calabria,
nell’estate del ’70, ed intitolata “La rivolta e il professore”.
Femminista, Adele Cambria ha diretto la
rivista “Effe”, il primo mensile femminista venduto nelle edicole, ed è
stata tra le fondatrici del Teatro della Maddalena. Dal 1969 al 1999 ha
collaborato con “Noi Donne”.
Autrice di numerosi libri con al centro la
tematica della Donna, e del Sud, quel sud atavico e crudele delle donne. Nel1976 pubblica “Amore come
Rivoluzione -La risposta alle lettere dal carcere di Antonio Gramsci” (Sugarco).
Per la prima volta vengono rese note le lettere e i diari delle tre sorelle
Schucht, di cui la minore, Julka, aveva sposato Gramsci (centrale questo lavoro
di Adele nella drammaturgia nata per “Julka”, Narrazione per Corpo e Voce prossimamente
a Firenze).
Nel libro
è incluso il copione del testo teatrale “Nonostante Gramsci”, andato in scena
alla Maddalena, con grande scalpore, nel luglio 1975.
“In viaggio con la zia”; con due bambine alla
scoperta del mito in Magna Grecia- Città del sole edizioni, Reggio Calabria, è
l’ultimo libro cui si è dedicata (2012).
Nel 1961 interpretò una piccola parte in “Accattone”
film d’esordio di Pier Paolo Pasolini, Adele Cambria è nel ruolo di Nannina la
Napoletana. Molto amica del regista, dopo animate discussioni, accettò per
amicizia di interpretare il ruolo di una donna così difficilmente conciliabile
con la visione femminista di Adele.
La Cambria è stata una delle Madri del
Femminismo Italiano, figura centrale del pre e post – sessantotto, insieme a
Camilla Cederna e Oriana Fallaci. Sostenitrice del movimento delle donne fin
dagli albori, è stata sempre una voce forte e fuori dal coro. Donna abituata a prendersi la parola, spesso
a sue spese, ha sempre affrontato il suoi 50 anni di giornalismo, sposandone
appieno il ruolo centrale in una professione così legata al senso di
autonomia critica e di libertà d’espressione. Altri tempi rispetto ai giornalisti “Yes men”
di oggi, così cinici, diplomatici e, proprio per questo, “di successo”.
In anni
in cui le donne si trovano ancora ogni giorno a essere descritte dai
giornali e dai media in modo detrattivo, offensivo e gratuitamente maligno, “Le
guerre quotidiane di una giornalista ribelle” come direbbe Adele (in “Nove
dimissioni e mezzo” – Donzelli, 2010), sono per noi “guerre” cui non possiamo, né vogliamo
sottrarci.
Sugli scaffali della casa romana della
Cambria, a due passi da Campo dei Fiori, era conservato un patrimonio di volumi
dove, come nella tradizione della Casa internazionale delle donne, gli autori
maschi erano rigorosamente divisi dalle autrici femminili: "Ho già deciso
di dare alla Casa delle donne tutti i miei libri, perché i miei figli sono
all'estero". Disse l’autrice, tra le ultime volontà.
E noi, Adele, la tua vita e le tue opere, le
teniamo care, vive e abitate.
E’ proprio vero: in certi libri e in certe
vite, c’è scritto tutto.
fonti: A. Cambria Blog, R.it Cultura 5
Novembre 2015
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