martedì 4 ottobre 2016

Adele Cambria, madre del femminismo e giornalista ribelle

di Simonetta Ottone • A me non piace piacere a molti, ma solo ai pochi a cui piaccio; si apre così il blog che Adele Cambria inaugurò nel 2008. 

E così continua: Io, Adele Cambria, assediata dai "Bloggisti" - amici avanzati e parenti avanzatissimi! - sono stata costretta ad aprire un mio blog. La prima iniziativa è venuta da Beppe Costa, mio coraggioso editore (Pellicanolibri) nel 1984 - pubblicò il mio romanzo "Nudo di donna con rovine" - e quindi scomparso alla mia vista per un decennio. Felice di ritrovarlo, gli ho ceduto... Ed eccomi qui. Si è presentato un sabato pomeriggio con due simpatici ed efficienti amici, mentre arrivavano dall'Olanda i miei parenti tecnologicamente assai avanzati: mio figlio Luciano, mia nuora Agnes, e i loro "bambini" (alti un metro e novanta ed adolescenti), Clemente e Simeone. Ecco tutto, chi vivrà vedrà; Adele Cambria.



Il 5 Novembre 2015, quasi un anno fa, Adele moriva a Roma dopo lunga malattia.
Nata a Reggio Calabria, si è laureò in Giurisprudenza all’Università di Messina(1953); esordì nel giornalismo nel 1956, firmando (con pezzi di costume) anche sulla prima pagina del quotidiano “Il Giorno”, fondato e diretto -dal 21 aprile 1956 al 31 dicembre 1959- da Gaetano Baldacci. Si è dimessa da il Giorno, per solidarietà con il Direttore che il Presidente dell’Eni, Enrico Mattei, era stato costretto a licenziare. In contemporanea, Cambria collaborava a “Il Mondo” di Mario Pannunzio. Ha lavorato per le maggiori testate nazionali, nell’ordine “Paese-Sera”, “La Stampa”, “il Messaggero”, “l’Espresso” di Arrigo Bendetti, “L’Europeo” di Tommaso Gigli, poi di nuovo a “Il Giorno” (1985-19979), dal 2000 al 2002 a “Il Domani della Calabria”.
Dal 2003 al 2009 ha collaborato a “L’Unità”A partire dal 1963 ha lavorato anche, con contratti a a termine, alla Rai (Televisione e Radio).
Dal 2000 al 2003 ha realizzato per RaiSat Album 39 trasmissioni televisive sull’immagine della donna, andate in onda con il titolo “E la Tv non creò la donna”, con 80 ospiti, da Giovanni Berlinguer a Giosetta Fioroni; in seguito, sempre per lo stesso canale, realizzava tre trasmissioni sul Sud intitolate “Trittico meridionale”, la prima dedicata all’antropologo Ernesto De Martino, ed intitolata “La terra del rimorso”, la seconda alla siciliana Maria Occhipinti, intitolata “La rivolta dei non-si-parte”, la terza alla rivolta di Reggio Calabria, nell’estate del ’70, ed intitolata “La rivolta e il professore”.
Femminista, Adele Cambria ha diretto la rivista “Effe”, il primo mensile femminista venduto nelle edicole, ed è stata tra le fondatrici del Teatro della Maddalena. Dal 1969 al 1999 ha collaborato con “Noi Donne”.
Autrice di numerosi libri con al centro la tematica della Donna, e del Sud, quel sud atavico e crudele delle donne. Nel1976 pubblica Amore come Rivoluzione -La risposta alle lettere dal carcere di Antonio Gramsci” (Sugarco). Per la prima volta vengono rese note le lettere e i diari delle tre sorelle Schucht, di cui la minore, Julka, aveva sposato Gramsci (centrale questo lavoro di Adele nella drammaturgia nata per “Julka”, Narrazione per Corpo e Voce prossimamente a Firenze).
Nel libro è incluso il copione del testo teatrale “Nonostante Gramsci”, andato in scena alla Maddalena, con grande scalpore, nel luglio 1975.
In viaggio con la zia”; con due bambine alla scoperta del mito in Magna Grecia- Città del sole edizioni, Reggio Calabria, è l’ultimo libro cui si è dedicata (2012).
Nel 1961 interpretò una piccola parte in Accattone” film d’esordio di Pier Paolo Pasolini, Adele Cambria è nel ruolo di Nannina la Napoletana. Molto amica del regista, dopo animate discussioni, accettò per amicizia di interpretare il ruolo di una donna così difficilmente conciliabile con la visione femminista di Adele.
La Cambria è stata una delle Madri del Femminismo Italiano, figura centrale del pre e post – sessantotto, insieme a Camilla Cederna e Oriana Fallaci. Sostenitrice del movimento delle donne fin dagli albori, è stata sempre una voce forte e fuori dal coro. Donna abituata a prendersi la parola, spesso a sue spese, ha sempre affrontato il suoi 50 anni di giornalismo, sposandone appieno il ruolo centrale in una professione così legata al senso di autonomia critica e di libertà d’espressione. Altri tempi rispetto ai giornalisti “Yes men” di oggi, così cinici, diplomatici e, proprio per questo,  “di successo”.
In anni  in cui le donne si trovano ancora ogni giorno a essere descritte dai giornali e dai media in modo detrattivo, offensivo e gratuitamente maligno, “Le guerre quotidiane di una giornalista ribelle” come direbbe Adele (in “Nove dimissioni e mezzo” – Donzelli, 2010), sono per noi  “guerre” cui non possiamo, né vogliamo sottrarci.
Sugli scaffali della casa romana della Cambria, a due passi da Campo dei Fiori, era conservato un patrimonio di volumi dove, come nella tradizione della Casa internazionale delle donne, gli autori maschi erano rigorosamente divisi dalle autrici femminili: "Ho già deciso di dare alla Casa delle donne tutti i miei libri, perché i miei figli sono all'estero". Disse l’autrice, tra le ultime volontà.
E noi, Adele, la tua vita e le tue opere, le teniamo care, vive e abitate.
E’ proprio vero: in certi libri e in certe vite, c’è scritto tutto. 
fonti: A. Cambria Blog, R.it Cultura 5 Novembre 2015