Nella
danza è così: il Novecento ha visto la rinascita di questa disciplina come arte di
primaria importanza, cultura nella piena accezione in termini di autonomia e
dignità. Le
donne hanno liberato sé stesse attraverso il corpo e con la danza moderna hanno
dato origine a un’arte i cui risvolti sia teorici che applicativi hanno un
raggio d’azione senza fine.
La
DanzaMovimentoTerapia si innesta in questa grande rivoluzione, che ancora sta continuando e che tuttora contamina
luoghi quasi sacrali e lontanissimi, di istituzionale certezza e potere. In
attesa della Settimana Italiana della DanzaMovimentoTerapia (vedi anche sul sito di Apid) incontro Paola De Vera D’Aragona,
figura storica di questa disciplina in Italia; ho
molte domande da farle.
• Come ti sei avvicinata alla Danza e
alla DanzaMovimentoTerapia (DMT)?
Alla
Danza mi sono avvicinata a 3 anni! Ho frequentato scuole di Danza Classica e
Modern Dance in Italia prima e poi negli USA. E’ stata pura passione fin
dall’inizio.
Poi
a 16 anni, mentre ero negli States, ebbi l’occasione di veder lavorare Marian
Chace, pioniera della DMT, e mi innamorai del suo percorso professionale. Così
proseguii i miei approfondimenti nella DMT senza mai… lasciare la danza. Al
momento vivo e opero a Milano e Firenze come professionista della DMT e come Formatrice e Docente.
• Cos'è la Danzamovimentoterapia? Quale
il suo contributo nel panorama culturale e sociale italiano?
E’
una Terapia espressiva che si basa sull’uso della danza e del movimento ed è
svolta in ambito educativo, riabilitativo, clinico e nel vasto campo del
benessere. E’ ancora abbastanza poco conosciuta nell’ambito del benessere,
della prevenzione e della promozione alla salute. E’
presente nel campo sociale in molte sue applicazioni ma nel panorama culturale
e artistico avrebbe bisogno di maggiore promozione. Ad esempio, a mio avviso,
non è ancora conosciuta abbastanza nell’ambito delle Accademie di Danza e come
utile strumento formativo per danzatori professionisti ma anche dilettanti.
• Parlami di
una storia incontrata nel tuo lavoro
Mille
storie… ma una in particolare mi rimane nel cuore quando a fine anni ottanta
partecipò ad un mio Gruppo di DMT una persona transessuale. Allora le cose
erano ben diverse da ora, ma questa persona riuscì a trovare nel Gruppo
un’accoglienza che le veniva negata altrove nella società. Fu un’esperienza
straordinaria anche se molto difficile per me da gestire a livello di dinamiche
gruppali. Ne ho scritto anche in un mio libro di recente pubblicazione
“Incontri straordinari con persone”.
• Il tuo rapporto
con l’arte, la filosofia, la funzione simbolica, discipline che interagiscono
nella DMT?
E’
un rapporto strettissimo con l’arte, con le arti figurative e la musica in
particolare, oltre la danza ovviamente. La funzione simbolica è poi
strettamente legata al metodo da me ideato (DMT in chiave simbolica®) che basa tutto
sulla ricerca dell’invisibile dietro il visibile, del mistero che si cela
dietro l’epifenomeno del movimento.
• Che rapporto
hai avuto con il femminismo degli anni ’70?
Allora
ero negli States dove tutto cominciò: ne fui coinvolta direttamente ma fu per
me qualcosa di molto naturale in cui mi
ero sempre in fondo riconosciuta. Merito di una mia nonna mezza inglese che fu
una femminista ante-litteram…
• Cosa pensi della condizione della
donna in Italia?
Che,
malgrado tutto, continui pervicacemente a resistere una preminenza maschile:
quote rosa, pari opportunità etc non mi sembrano ancora entrate nel DNA degli
italiani, nell’anima profonda della nostra gente.
• Quale ruolo ha avuto la donna nella nascita e diffusione
della DanzaMovimentoTerapia?
Assolutamente
preminente: per far conoscere questa forma di terapia in Italia era
assolutamente necessaria la sensibilità femminile. Oggi però possiamo forse
lamentare una troppo scarsa presenza maschile.
• Prossimi progetti?
Continuare
il mio aggiornamento sulle nuove dipendenze negli USA e portare tale contributo
alla DMT in Italia. Inoltre sto elaborando nuove strategie applicative della
DMT al morbo di Alzheimer. Ho da poco finito di scrivere la continuazione de
“La danza del sé” e forse ci sarà una riedizione di ”Incontri straordinari con
persone”.