sabato 28 novembre 2015

Va bene anche un candidato donna?

di Simona Volpi • Professioni tecniche e scientifiche al femminile: ancora molto scetticismo nella selezione. 

Quando un selezionatore riceve da un'azienda la richiesta di ricercare profili informatici (programmatori, sistemisti, analisti, sviluppatori) o scientifici (ingegneri, chimici, matematici),  sa che la prima domanda che "deve" fare è, ancora oggi: va bene anche un candidato donna?.
Questo perchè ancora sono molto radicati pregiudizi e stereotipi, e dunque molti gli scettici (specie fra i datori di lavoro più anziani), che nemmeno riescono bene a concepire come a una donna possano piacere certi ambiti.
Così, mi è capitato di sentire molta incredulità, nelle parole di un titolare di azienda informatica, nei confronti di una programmatrice neolaureata con la passione dell'informatica e della tecnica informatica sin da bambina… tutt'al più una donna informatica l'avrebbe vista idonea come assistente telefonica di clienti, alle prese con problemi informatici di piccolo conto.
Un esempio di una situazione che si ripete in tutti i settori per cui si selezionano operatori tecnici quali ingegneri meccanici, edili, elettronici o periti meccanici. Le statistiche parlano chiaro: da recenti studi fatti sulle professioni tecniche-scientifiche in Europa, il numero delle donne con alti livelli di istruzione e competenze in questi settori è in continua crescita, ma resta invariato il forte gap dal punto di vista sia della percentuale di occupazione sia della retribuzione rispetto agli uomini. L' Italia è nella media europea di occupabilità in questi settori ma le donne si trovano sempre in una posizione molto penalizzata in fatto di percorsi di carriera e retribuzione.
Ma quanto devono ancora faticare le donne per lavorare in condizioni eque e poter dimostrare le loro capacità in queste posizioni lavorative? E' solo implementando delle politiche di promozione dell'uguaglianza lavorativa di genere in tutti i campi di studio e a tutti i livelli delle carriere tecnico-scientifiche, che si potrà superare questo livello, ancora troppo basso, di presenza delle donne nelle discipline e nelle carriere scientifiche in Italia e in Europa. Qualcosa che richiede anche un salto evolutivo nella formazione mentale di coloro che scelgono le persone da assumere: devono sapere che in questi settori le donne laureate sono in forte crescita e con ottimi risultati. Non possono continuare ad emarginarle a ruoli secondari e con stipendi poco soddisfacenti.

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