sabato 24 ottobre 2015

About your body: workshop di fotografia a Siena per sole donne

Oggi e domani ad Asciano Siena un workshop solo per donne, sul tema del corpo femminile e del concetto di bellezza.
Si tratta di un progetto alla sua terza edizione, nato da una ricerca avviata dalla fotografa Vanessa Rusci nel 1999, in collaborazione con psicologhe e associazioni sui temi di Anoressia e Bulimia. Un percorso da cui sono nati due lavori: Ana [Istallazione fotografica interattiva finanziata nel 2005 dall'Universita di Siena] e So Ugly [performance e istallazione del 2006 finanziata da 2 enti inglese: l'Associazione Women's research e il Bath Photography Institute].
Ora, invitando a About your body 2015, scrive la promotrice: il workshop tratterà di Donne e Bellezza: comincia a scoprire da dove nasce la "perfezione", poi c'è la bellezza. La bellezza è la somma di tanti piccoli fattori: carisma, fascino, eleganza, spontaneità e molti altri mixati tutti insieme. Con la fotografia si colgono attimi, si raccontano tratti di quell'enormità che è la nostra immagine.
E viene un mente un post che è uscito, anch'esso, proprio oggi…  [su Amore contro ana, uno dei blog più pro-attivi in tema di autocoscienza e disturbi alimentari]. Un post che comincia così: 
No. Tu non sei i tuoi anni, né la taglia che indossi, non sei il tuo peso o il colore dei tuoi capelli. Non sei il tuo nome, o le fossette sulle tue guance
Si, chi sei, cosa sei davvero tu? cosa siamo noi? Leggete la risposta nell'intera poesia, qui.

domenica 18 ottobre 2015

Violenza: a Massa Carrara, lavoro sul campo

di Simonetta Ottone • Incontro Francesca Menconi, Presidente del Centro Italiano Femminile di Carrara. Mi racconta che CIF Carrara Onlus nasce per rispondere alle richieste di aiuto delle donne che vivono situazioni di disagio, sopraffazione e violenza. 

Dal 2010 gestisce il Centro "Donna chiama Donna" del Comune di Carrara, con volontarie e professioniste avvocate, mediatrici familiari, psicologhe e psicoterapeute preparate per l´ascolto, l´aiuto e il sostegno alle persone in difficoltà, offrendo consulenze psicologiche e/o legali gratuite, garantendo l´anonimato e il diritto alla riservatezza. C'è una reperibilità continua nell'arco delle 24 ore, opera in rete con gli Enti del territorio, l´Azienda Usl 1 di Massa-Carrara, le Forze dell´Ordine, Centri Antiviolenza della Regione ed altre associazioni di volontariato. Da poco è attivato il Codice Rosa, si sta concludendo la prima fase di attuazione, ma c'è bisogno di un regolamento delle varie procedure. CIF Carrara opera mediante l’attività volontaria delle aderenti, impegnate nei vari settori.
Fa parte di un coordinamento regionale di Centri antiviolenza, chiamato "Ginestra". "E' importante coordinarsi stare in contatto", mi spiega Francesca, "Ginestra è un luogo fisico, simbolico e politico di elaborazione e proposta, di condivisione e valorizzazione dei saperi elaborati dai Centri, di promozione di buone pratiche, di impegno per una crescita culturale che conduca ad una condanna sociale del fenomeno della violenza contro le donne. E´ uno spazio accogliente e aperto al dialogo che unisce donne che attuano la pratica della relazione fra donne, che vivono l´attività di cura come valore di dignità e condividono il pensiero della differenza.
La diversità fra queste Associazioni che si sono unite rappresenta la loro forza e la loro ricchezza." Mi colpisce il nome di fiore, ginestra, di un fiore così privo di vezzi, combattivo, che cresce anche nelle avversità.
"Dal tuo osservatorio sul campo, come pensi si possa contrastare l'attuale fenomeno della violenza sulle donne?", le chiedo in modo diretto, senza troppi giri di parole "non si dà sufficiente importanza alla prevenzione, all'educazione di genere. Noi andiamo nelle scuole, che dovrebbero ricevere più azioni di informazione e educazione su questo: tra ragazzi non c'è il riconoscimento della violenza. Non la sanno individuare e affrontare. Quando la violenza avviene, ha costi sociali e economici molto alti: tenere una donna con i figli in una casa apposita, costa molto. Non si interviene in tempo, prima che la relazione esploda; ci ritroviamo donne malmenate che vanno dai medici di famiglia, che le rimandano a casa dai mariti, non refertano lesioni, non rilasciano niente in mano alla donna. Solo il Pronto Soccorso in questo senso oggi è più responsabile." 
Ogni volta rimango interdetta: ancora oggi chi opera nel pubblico ha enormi difficoltà e rallentamenti a capire quando ci si trovi di fronte alla violenza. "Anche la Legge Letta", continua Francesca "ha bisogno di tempo per far emergere criticità. Un uomo che esercita violenza deve fare un percorso di rieducazione e bisogna metterci in grado di capire come intervenire prima che entri nella curva crescente del fenomeno. L'uomo non serve sia odiato e se è lui il nostro nemico, come purtroppo è, bisogna conoscerlo, capire che dinamiche lo muovono. Il meccanismo vittima - carnefice c'è se ognuno alimenta questi ruoli. Va capito cosa non va nella relazione di genere".
Sono d'accordo ed è ciò che risulta da più punti di vista. Ognuno di questi è unico e connesso con gli altri e colpisce che sia così difficile avanzare in modo strutturale. Francesca è una donna solare, piena di parole e di energia: le ore passano veloci con lei e mi rimane la sensazione che forse sì, se le donne incanalano insieme le loro azioni e intenzioni, per forza qualcosa, o meglio tanto, cambierà.

domenica 11 ottobre 2015

International day of the girl: l'11 ottobre a Lucca una iniziativa Fidapa

Per l'11 ottobre 2015, data in cui cade la Giornata internazionale della Bambina, la sezione di Lucca della Fidapa Bpw realizza un evento di riflessione e sensibilizzazione sulla Carta dei diritti della Bambina e sullo stato dei diritti delle ragazze nel mondo, in adesione alla campagna Because I am a girl promossa da Plan International.

[h 19, con aperitivo-cena, presso la Caffetteria San Colombano di Lucca]

sabato 10 ottobre 2015

Se la carriera non è donna è perché i modelli di lavoro sono retrogradi

di Simona Volpi • Statistiche alla mano, che in Italia la carriera non sia donna appare come una verità consolidata. Anche là dove hanno la fortuna di avere un lavoro in cui fare carriera, difficilmente le donne raggiungono i vertici aziendali; fatto su cui potete trovare qui un approfondimento veramente interessante
Anche conseguire un semplice avanzamento di carriera è molto arduo; tra i tanti "ostacoli" c'è in primis il carico della gestione familiare, ma anche la scarsa grinta che le donne possono dimostrare quando si rendono conto di essere in un ambiente lavorativo dove le carriere femminili sono quasi totalmente assenti.
Ovviamente tutto a differenza dei colleghi uomini. Vero che la nuova riforma del lavoro operata con il Jobs Act ha fatto un importante passo avanti inserendo - in via sperimentale per il 2015 - interventi sulla Conciliazione vita-lavoro, come ad esempio l'estensione del Congedo di paternità anche ai lavoratori non dipendenti, l'estensione dei Congedi parentali che vengono estesi fino ai 12 anni del figlio (prima era fino agli 8 anni) e retribuita al 30% fino ai 6 anni (prima era fino ai 3 anni) e inoltre la possibilità di frazionamento giornaliero e orario del congedo parentale. Interventi che peraltro riguardano solo il periodo iniziale di gestione familiare, in cui i figli sono ancora piccoli. Ma tutto ciò non ha nessuna valenza ai fini di incentivare la donna a fare carriera e/o a far fare carriera alla donna. 
Il problema è il modello lavorativo che ancora prevale, molto rigido nelle dinamiche interne, dagli orari di lavoro alle continue trasferte richieste ai manager, ma anche a uno stile di leadership tipicamente maschile, che spesso richiede prese di posizione drastiche, accentratrici e senza condivisione con i collaboratori.
Modelli lavorativi impositivi e non condivisi contribuiscono a sbarrare la strada alle donne che, seppur competenti, non possono permettersi di tralasciare la gestione familiare troppo a lungo oppure tendono a uno stile di leadership più diversificato, se non naturalmente diverso.
Le aziende da sole difficilmente cambiano, servono allora interventi propositivi "esterni" all'azienda [come quelli proposti anche dal Jobs Act], che rendano chiaro come piani di carriera aziendali nel rispetto effettivo e concreto delle Pari Opportunità possano giovare grandemente a tutta l'azienda.
Esempi positivi giungono da diversi Paesi europei, fra i quali la Germania, dove nessuno si sorprende se una giovane donna occupa ruoli di responsabilità, mentre in Italia il management le ostacolerebbe la carriera solo perchè si pensa che a breve avrà una famiglia e non potrà più tenere i ritmi… Si ma quali? quelli della mentalità retrograda e obsoleta che ancora impera nelle nostre aziende, appunto.